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Traduco di seguito un breve discorso del Buddha che in modo succinto ma profondo risponde alla domanda: da cosa riconosco se la mia pratica, la direzione che ha preso la mia vita, le idee che intrattengo o che ascolto dagli altri, sono in sintonia con l’insegnamento del Buddha? In poche parole, qual è il ‘marchio di fabbrica’ del Dhamma?  Un piccolo regalo di Natale, con sinceri auguri di ogni bene per tutti. Come sempre, sono benvenuti domande e commenti sul testo (cliccare in altro a destra su Lascia un commento).

Ho udito che in una certa occasione il Beato alloggiava a Vesalī, nella sala dal tetto a punta nella Grande Foresta.

Allora Mahāpajapatī Gotamī si recò dal Beato e, al suo arrivo, lo salutò rispettosamente e restò in piedi da un canto. Poi gli disse: “Sarebbe bene, signore, che il Beato mi spiegasse il Dhamma in breve dimodoché, dopo aver ascoltato il Dhamma dal Beato, possa dimorare sola, in ritiro, consapevole, ardente e risoluta”.

“Gotamī, le cose [dhammā] che, a tuo giudizio, promuovono l’infatuazione [rāga], non la sobrietà [virāga], la costrizione, non lo scioglimento, l’aggiungere, non il togliere, l’ostentazione, non la semplicità, l’insoddisfazione, non la soddisfazione, il gregarismo, non l’autonomia, l’indolenza, non l’energia, l’avere molte esigenze, non poche esigenze: di queste cose puoi dire senz’altro ‘Questo non è il Dhamma, non è la Disciplina, non è la parola del maestro’.
Quanto alle cose che, a tuo giudizio, promuovono la sobrietà, non l’infatuazione, lo scioglimento, non la costrizione, il togliere, non l’aggiungere, la semplicità, non l’ostentazione, la soddisfazione, non l’insoddisfazione, l’autonomia, non il gregarismo, l’energia, non l’indolenza, l’avere poche esigenze, non molte esigenze: di queste cose puoi dire senz’altro ‘Questo è il Dhamma, è la Disciplina, è la parola del maestro’.”

Soddisfatta, Gotamī accolse con gioia le parole del Beato.
——— Saṅkhitta Gotamiyovāda, Aṅguttara Nikāya 8.53