• Home
  • Blog e Privacy
  • Letizia
  • Calendario
  • Video
  • Links
  • Audio
  • Focusing
  • Dāna

Il blog di Letizia Baglioni

Archivi Mensili: settembre 2016

Irrealtà aumentata?

02 venerdì Set 2016

Posted by Letizia Baglioni in Senza categoria

≈ 1 Commento

Tag

consapevolezza del presente, realtà aumentata

POKEMONLa polizia municipale di Bari fronteggia un’ invasione di mostriciattoli e assembramenti non autorizzati di cacciatori dei medesimi in pieno centro: fantascienza nostrana? No: è arrivata Pokémon Go un’applicazione gratuita per smartphone che sfrutta la  Realtà Aumentata o AR per finalità ludiche e lucrative (di soggetti diversi e complementari, s’intende). Come i Google Glass o altre versioni di occhiali ‘intelligenti’, consente di sperimentare, andando a zonzo per la città, una sovrapposizione fra elementi reali e virtuali, con la possibilità di interagire attivamente con essa. E consente di fare meglio quello che chi pratica la meditazione di consapevolezza si sforza di disfare (con più o meno successo): compiere una o più azioni pensando ad altro, gestire flussi dissociati di informazione a livello subliminale, sovrapporre agli stimoli sensoriali ed emotivi del presente una o più storie o fantasie che producono stimoli sensazioni e reazioni che innescano storie e fantasie che producono sensazioni e reazioni (e così via …).

Chi, come me, ignora allegramente i Pokémon e non gioca con i telefonini ma è incuriosito, dia un’occhiata a questo vecchio video tenendo presente che gli ‘effetti speciali’ sottoposti agli ignari passanti e pendolari sono più rozzi di quelli attualmente possibili e prevedibili grazie a questa tecnologia

e per inquadrare il fenomeno può leggere un articolo su Internazionale dello scorso luglio  che non lo demonizza, né discute la realtà aumentata in sé e per sé e i vantaggi che offre in molti campi (didattici, pubblicitari, comunicativi, medico-chirurgici, scientifici, militari, ecc.) ma propone uno scenario e suscita alcune domande.

La realtà aumentata non è altro che uno strato che sta tra noi e il mondo.

Ricordo quando per strada si camminava, si fumava, ci si baciava, si guardavano le vetrine o i monumenti, si mangiava il gelato, si chiacchierava, si giocava a pallone, si stava seduti in macchina ad ascoltare le musicassette; o ti sedevi al bar e al giardinetto a leggere il giornale, di quando in quando stiracchiandoti e alzando gli occhi a uno squarcio di cielo e ai tetti delle case, cogliendo un odore di pioggia o di fritto, il rombo di una motoretta truccata, la forma di una rosa, stralci di telecronaca della partita di calcio, un litigio fra due sconosciuti. In strada si lavorava, anche, se consegnavi merci o arrostivi castagne o vendevi borsette, e si chiedeva la carità. Alcune attività si potevano combinare (star seduto in macchina con la radio accesa a fumare e pensare aspettando un amico, ad esempio); alcuni di noi, fra le tante cose, combattevano gli alieni aspettando l’autobus, ma in genere lo facevano da soli e non ne parlavano volentieri.

Prima di schierarci a difesa dell’innovazione o scuotere il capo sospirando i bei tempi andati, vale la pena chiederci: siamo coscienti dell’entità e della natura dello ‘strato’ posto fra noi e l’esperienza presente (senza l’ausilio di una app) dal monologo interno, dal multitasking, dalla disincarnazione abituale, dalla reattività emotiva, dalla fretta, dai condizionamenti percettivi non esaminati e da quella che il Buddha, in una parola, definiva inconsapevolezza o ignoranza? In che modo nutrire avidità, avversione e illusione attraverso un giochino è diverso o più nocivo che nutrire certe abitudini mentali tramite le nostre fantasie inconsce e la realtà virtuale proiettata sullo schermo della nostra mente? Condividere la proliferazione emotiva e concettuale (quella che in pali si definisce papañca ) su Facebook è diverso che farlo dal parrucchiere o in ufficio? Non ho risposte pronte in un senso o nell’altro, ma mi interessa sapere cosa ne pensa chi pratica il Dhamma e la meditazione.

Una prima differenza che emerge, per me, è che ammazzare alieni (o quel che sia) tramite una app piuttosto che nella nuda fantasia nutre certe relazioni sociali e poteri economici. E che anche il fantasticatore più incallito ma privo di supporti elettronici o del rinforzo sociale corre il rischio di incontrare se stesso e le proprie azioni prima o poi, attraverso gli altri, uno stimolo fisico, le emozioni indotte da un libro o da un film, o la multa di un vigile. Ma chissà dove ci porta l’evoluzione umana, e il rapporto con la realtà sensoriale potrebbe divenire col tempo meno importante.

Il risveglio al tempo dei Pokémon …. Attendo  vostre osservazioni.

Iscriviti

  • RSS - Articoli
  • RSS - Commenti

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per ricevere notifica dei nuovi articoli.

Categorie

  • Aggiornamenti
  • Percorsi tematici
  • Pratica buddhista
  • Senza categoria
  • Sutta

Archivi

  • gennaio 2023
  • settembre 2022
  • agosto 2022
  • aprile 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • Maggio 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • giugno 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • agosto 2015
  • Maggio 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • novembre 2014
  • ottobre 2014

Tag

Ajahn Chah Ajahn Sumedho amicizia anapanasati anupubbikatha appamana Attadanda Sutta Beethoven benevolenza Bhante Sujato Bhikkhu Analayo Bodhi College brahmavihara Buddhismo delle origini cambiamento climatico canti in pali Carlo Rovelli cetana sutta cinque impedimenti condizionalità consapevolezza dei pensieri consapevolezza del corpo consapevolezza del presente consapevolezza del respiro dhammata discernimento dukkha esperienza estrema destra Etica buddhista facoltà spirituali Focusing giorno della memoria Gotami historically informed performances impermanenza karma karma e rinascita khandha Laboratorio Mestre Mara meditazione di consapevolezza meditazione e impegno sociale metafora metta motivazione e intenzione orafo ottuplice sentiero pamsudhovaka sutta parami percezione purificazione della mente quattro nobili verità realtà aumentata retta concentrazione retta intenzione retta parola retto sforzo samadhi samatha samma vayama sappurisa sati satipatthana satipatthana sutta setacciatore Sutta Sāmañ­ña­phala­sutta Tradizione tailandese della foresta vedana violenza vipassana virtù viveka volontà

Blog su WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • Il blog di Letizia Baglioni
    • Segui assieme ad altri 337 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Il blog di Letizia Baglioni
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...