Questo intervento del Ven. Bhikkhu Bodhi, a cui siamo tutti debitori per aver dischiuso in una lingua occidentale il tesoro dei Discorsi del Buddha, parla non solo agli Americani che si confrontano con un difficile momento della loro storia politica e sociale, ma a tutti noi che amiamo e pratichiamo il Dhamma e ci sforziamo di capire come coniugare il sentiero della pace del cuore con la partecipazione sensibile e intelligente al turbolento spazio della polis – dove apprendiamo l’inevitabile connessione della nostra vita a quella degli altri, e impariamo che le scelte, i valori, i pensieri e le emozioni agiscono ben al di là dei limiti di questa pelle, di questa ‘testa’, di questo paese. Non ho il tempo di tradurlo, ma se qualcuno vuole provarci (anche in parte) posti come commento a questo articolo. Se cliccate in alto a destra su Commenti leggerete intanto un piccolo stralcio in italiano
Ven. Bhikkhu Bodhi
It was with feelings of shock and dismay that early this morning I woke up to learn that Donald Trump had been elected president of the United States. Although, as a monk, I do not endorse political candidates or align myself with political parties, I feel that as a human being inhabiting this fragile planet, I have an obligation to stand up for policies that promote economic and social justice, respect for the innate dignity of all human beings, and preservation of the earth’s delicate biosphere. By the same token, I must oppose policies detrimental to these ideals. I see politics, not merely as a naked contest for power and domination, but as a stage where great ethical contests are being waged, contests that determine the destiny—for good or for ill—of everyone in this country and on this planet.
Trump’s presidential campaign challenged each of the ethical…
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Grazie Letizia per la segnalazione. E’ un bel articolo e lo sto diffondendo. Vorrei tradurlo appena posso.
“E’ con un senso di shock e di sgomento che questa mattina al mio risveglio ho saputo che Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Sebbene, in quanto monaco, non parteggi per un candidato e non sia affiliato a un partito politico, sento che come essere umano che abita questo fragile pianeta ho il dovere morale di incoraggiare politiche che promuovono la giustizia economica e sociale, il rispetto per l’innata dignità di tutti gli esseri umani, la preservazione della delicata biosfera della terra. Per lo stesso motivo, devo esprimere dissenso verso le politiche che contravvengono a quegli ideali. Vedo la politica non come il mero ambito dell’esercizio del potere e del dominio, ma come l’arena del confronto sulle grandi questioni etiche, che determinano, nel bene e nel male, il destino di tutti in questo Paese e su questa Terra.
La campagna presidenziale di Trump ha sfidato ogni ideale etico a me caro, e se agirà in base alle promesse elettorali, la sua azione politica sarà probabilmente causa di sofferenza per i cittadini degli Stati Uniti e di tutto il mondo. Nella sua campagna ha ripetutamente umiliato per la loro etnia, religione e nazionalità molte persone. Ha minacciato di negare alle donne i loro diritti in ambito riproduttivo e di accesso alle cure sanitarie. Ha detto che avrebbe tagliato le tasse ai ricchi, ridotto i servizi sociali di base alle famiglie operaie e deportato milioni di stranieri senza permesso di soggiorno. Ha proposto di affrontare il problema del crimine imponendo “legge e ordine”, un’espressione che designa l’iniquo sistema americano d’incarcerazione di massa, soprattutto di maschi neri adulti. Anche più allarmante è al sua dichiarazione di voler promuovere un rilancio delle energie fossili, proprio in un’epoca in cui abbiamo un disperato bisogno di dare inizio a una rivoluzione basata sulle energie rinnovabili. Se davvero manterrà le sue promesse, le emissioni di carbonio saliranno alle stelle, il cambiamento climatico subirà un’accelerazione fuori controllo, acqua e aria saranno sempre più inquinate. Ampi territori del pianeta verranno resi aridi e improduttivi, decimando sempre più specie viventi e causando la sofferenza e la morte di centinaia di milioni di persone.
Di fronte alla vittoria di Trump è probabile che ci sentiamo avviliti e demoralizzati, ma questo è esattamente l’atteggiamento a cui non dobbiamo lasciarci andare. Sì, dobbiamo sentirci rattristati. Sì, dobbiamo essere preoccupati, molto preoccupati. Dobbiamo sentirci moralmente oltraggiati da quello che la sua vittoria lascia presagire. Ma non dobbiamo scoraggiarci e arrenderci passivamente al destino. Dobbiamo conservare la speranza. Dobbiamo avere il coraggio di opporci all’ondata di odio, fanatismo e rancore che rischia di diffondersi sotto l’amministrazione Trump. Dobbiamo resistere alla crescente marea di fascismo in ogni sua manifestazione, e sradicare le menzogne e la disinformazione che lo nutrono. Indipendentemente da quanto infausti possano essere i prossimi anni, dobbiamo rimanere determinati nel difendere la nostra democrazia, che rischia di venire minata dall’interno e trasformata in una plutocrazia autocratica nelle mani dei ricchi e dei privilegiati.
A mio avviso, la lotta che ci aspetta richiede, a chi ha una visione progressista della società americana, di trascendere gli interessi particolari dei gruppi di cui siamo personalmente impegnati e che di formare alleanze per la creazione di un grande movimento progressista radicato nel riconoscimento dei nostri valori condivisi. Sia che militiamo nel movimento Black Lives Matter (Le Vite dei Neri Contano) o nella campagna per il del reddito di cittadinanza, per i diritti riproduttivi delle donne o per i diritti LGBTQ, per le tematiche ambientali e climatiche, che ci impegniamo nella spiritualità contemplativa o in qualsiasi altro ambito, dobbiamo unirci sotto una bandiera comune, riconoscendo che solo costruendo insieme un unico fronte possiamo vincere contro le forze regressive che proveranno a distruggere i nostri ideali più nobili e le nostre maggiori conquiste democratiche.
Benché la vittoria di Trump sia dovuta in larga parte dall’appoggio della classe operaia bianca, il cui lavoro è stato delocalizzato oltreoceano grazie ai trattati di libero scambio, difficilmente le politiche che adotterà andranno effettivamente a loro favore. Se non andrà incontro alle loro aspettative, è possibile che i lavoratori bianchi, nella Rust Belt come nel Sud, si rendano conto che i loro interessi sono simili a quelli degli altri membri delle classi subalterne. Questo potrebbe favorire l’emersione di un fronte unito più forte che veda insieme minoranze e lavoratori bianchi nella richiesta di un’economia etica, di un ordine sociale ed economico a vantaggio di tutti e che permetta a ognuno di realizzarsi.
Al momento, comunque, dobbiamo essere pronti ad affrontare tempi bui. Per vincere contro questa oscurità dobbiamo difendere con forza i nostri ideali di verità, amore, compassione e giustizia. Dobbiamo anche avere fiducia che, benché ignoranza e odio possono a volte predominare, attraverso un’azione concertata e pazientemente perseguita potremo finalmente inaugurare una nuova era di giustizia, amore e unità fra esseri umani.”
Grazie molte per la traduzione, Emanuela!
L’articolo è bello e comunica speranza e solida determinazione verso il bene, anche se temo però che difficilmente la classe operaia bianca capirà il suo errore. Mi auguro che una volta al comando della nazione più potente del mondo il populismo, per nascondere il suo fallimento e confondere le masse. non si inventi qualche nemico esterno….
Traduco qui un brano significativo dell’articolo: “Sebbene, in quanto monaco, non parteggi per un candidato e non sia affiliato a un partito politico, sento che come essere umano che abita questo fragile pianeta ho il dovere morale di incoraggiare politiche che promuovono la giustizia economica e sociale, il rispetto per l’innata dignità di tutti gli esseri umani, la preservazione della delicata biosfera della terra. Per lo stesso motivo, devo esprimere dissenso verso le politiche che contravvengono a quegli ideali. Io vedo la politica non come il mero ambito dell’esercizio del potere e del dominio, ma come l’arena del confronto sulle grandi questioni etiche, che determinano, nel bene e nel male, il destino di tutti in questo Paese e su questa Terra”.