Di recente ho avuto modo di rivedere il bellissimo Mission (1986) e fra i tanti aspetti notevoli di quel film c’è un pensiero profondo sulla colpa e sul perdono affidato dal regista al personaggio del mercenario e cacciatore di schiavi Rodrigo Mendoza (Robert De Niro).
La scena clou è così eloquente che merita di essere condivisa senza altro commento (e grazie a chi l’ha postata su Youtube). Non serve neppure aver visto il film. Basta lasciarla risuonare liberamente, senza interpretazioni a senso unico (storiche o metaforiche, etiche, sociali o intrapsichiche).
Al di là dei dettagli biografici con cui ci identifichiamo e della parte che ci troviamo a giocare al momento – oppressore, oppresso, nessuno dei due, un pochino di entrambi – nascere alla dimensione umana implica avere dentro questa storia e la scomoda eredità di un oscuro passato di violenza e di colpa, rivendicazione e riscatto che ci portiamo dietro e riperpetuandosi ci intralcia.
Dedicato a chi aspira a comprendere il dolore e le sue cause, e a concedere e ricevere compassione e perdono.