• Home
  • Blog e Privacy
  • Letizia
  • Calendario
  • Video
  • Links
  • Audio
  • Focusing
  • Dāna

Il blog di Letizia Baglioni

Archivi Mensili: aprile 2020

Innocenza o saggezza?

26 domenica Apr 2020

Posted by Letizia Baglioni in Sutta

≈ Commenti disabilitati su Innocenza o saggezza?

Tag

Etica buddhista, motivazione e intenzione, ottuplice sentiero, retta intenzione, retto sforzo, samma vayama

fiori-di-tiglio_NG1Traduco di seguito il  Samaṇamaṇḍikāputta Sutta, Majjhima Nikāya 78. In questo discorso il Buddha chiarisce a un suo discepolo, il carpentiere Pancakaṅga, in cosa consiste la realizzazione spirituale secondo il suo insegnamento, mettendola a confronto con un percorso di semplice innocenza morale proposto da un asceta di un’altra scuola filosofica. Il punto centrale è che un discepolo del Buddha comprende e realizza direttamente cosa sono il bene e il male come stati della mente e della volontà, da cosa sorgono, come cessano e come si pratica per la loro cessazione. Quando il processo è visto in termini di cause e condizioni che possono cambiare e cessare, piuttosto che in termini di “io e mio”, l’identità costruita sugli schemi e le abitudini sane o malsane e sui loro effetti viene a cessare, e con essa ogni conflitto e ogni motivazione o desiderio di futura esistenza o di ‘nascere’ come questo o quello. Ecco perché, nel brano seguente, si parla di ‘cessazione’ anche delle intenzioni moralmente appropriate, nel momento in cui non vi è più bisogno di sostenerle con la volontà. Nelle note aggiungo rinvii ad altri testi o materiali pubblicati su questo blog che possono aiutare a chiarire o mettere in contesto i fattori del sentiero evidenziati in questo sutta. Il riferimento a un ‘monaco’ (bhikkhu) è da intendersi qui non come specifico, ma come indicativo di un/una praticante in addestramento.


Così ho udito. Una volta il Buddha risiedeva presso Sāvatthī nel Boschetto di Jeta, il monastero di Anāthapiṇḍika. A quel tempo, l’asceta itinerante Uggāhamāna figlio di Samaṇamuṇḍikā stava con circa trecento seguaci nel parco di Mallikā, il padiglione per i dibattiti circondato da alberi di ebano. Ordunque, il carpentiere Pañcakaṅga partì da Sāvatthī in tarda mattinata per incontrare il Buddha. Ma poi pensò: “Non è il momento di visitare il Buddha, perché è in ritiro. E non è il momento di visitare i suoi stimati monaci, perché anche loro sono in ritiro. E se andassi al parco di Mallikā a trovare l’asceta Uggāhamāna?” E così fece.

In quel momento Uggāhamāna sedeva con un folto gruppo di asceti che discutevano ad alta voce, facendo un gran chiasso. E parlavano di argomenti triviali come: re, banditi e ministri, eserciti, pericoli e battaglie, cibi, bevande, abiti, letti, fiori, ghirlande e profumi; parlavano di parenti, veicoli, villaggi, città e province, donne ed eroi, pettegolezzi in piazza e alla fontana; parlavano di defunti, del più e del meno, di terra e di mare, di esistenza e non esistenza. [1] Uggāhamāna vide da lontano il carpentiere Pancakaṅga e invitò tutti a fare silenzio, dicendo: “Zitti, non fate chiasso; quello che arriva è un discepolo del monaco Gotama, il carpentiere Pancakaṅga. E’ uno di quei laici vestiti di bianco, uno di quei seguaci del monaco Gotama che risiedono nella città di Sāvatthī. Questi signori amano la quiete, si addestrano alla quiete, lodano la quiete. Perciò, se vede che il nostro gruppo non fa chiasso potrebbe decidere di avvicinarsi”. A quelle parole, gli asceti fecero silenzio.

Pancakaṅga il carpentiere si avvicinò a Uggāhamāna e scambiò con lui i saluti. Terminati i cordiali convenevoli, si sedette da un canto. Poi Uggāhamāna si rivolse a Pancakaṅga il carpentiere, che era seduto da un canto, dicendo: “Io, carpentiere, sostengo che una persona dotata di quattro qualità è un asceta invincibile, esperto nel bene [kusalaṃ], eccellente nel bene, che ha conseguito la massima realizzazione. E quali quattro? Ecco, carpentiere: non compie azioni nocive col corpo, non dice parole nocive, non ha intenzioni nocive, non si mantiene con mezzi nocivi. Io sostengo che una persona dotata di queste quattro qualità è un asceta invincibile, esperto nel bene, eccellente nel bene, che ha conseguito la massima realizzazione”. Ma il falegname Pancakaṅga non approvò le parole di Uggāhamāna, né le disapprovò. Senza approvare o disapprovare, si alzò e se ne andò, pensando: “Me le farò spiegare dal Maestro”.

Così Pancakaṅga si recò dal Maestro. Gli si accostò, lo salutò rispettosamente e si sedette da un canto. Dopodiché, ripeté al Maestro la conversazione avuta con Uggāhamāna. Il Maestro rispose a Pancakaṅga: “Se fosse così, carpentiere, un bambinetto in fasce sarebbe un asceta invincibile esperto nel bene, eccellente nel bene, che ha conseguito la massima realizzazione. Perché un bambinetto in fasce non pensa neppure in termini di ‘corpo’: come potrebbe compiere azioni nocive col corpo, tranne tirare qualche calcetto? Un bambinetto in fasce non pensa neppure in termini di ‘parola’: come potrebbe dire parole nocive, tranne piangere un po’? Un bambinetto in fasce non pensa neppure in termini di ‘intenzione’: come potrebbe avere intenzioni nocive, tranne agitarsi un po’? Un bambinetto in fasce, carpentiere, non pensa neppure in termini di ‘mezzi di sussistenza’: come si manterrebbe con mezzi nocivi, tranne succhiare il latte? Dunque, stando alle parole di Uggāhamāna, un bambinetto in fasce è esperto nel bene, eccellente nel bene, un asceta invincibile che ha conseguito la massima realizzazione. Ma io, carpentiere, una persona che ha quattro qualità – cioè che non compie azioni nocive col corpo, non dice parole nocive, non ha intenzioni nocive, non si mantiene con mezzi nocivi – non la considero esperta nel bene o eccellente nel bene, un asceta invincibile che ha conseguito la massima realizzazione; dico che è sullo stesso piano di un bambinetto in fasce.

Io, carpentiere, dico che una persona dotata di dieci qualità è esperto nel bene, eccellente nel bene, un asceta invincibile che ha conseguito la massima realizzazione. Dico che vi sono cose che vanno comprese. E cioè: “Questi sono comportamenti non salutari”; “I comportamenti non salutari hanno origine qui”; “Qui cessano completamente i comportamenti non salutari”; “Chi pratica così, pratica per la cessazione dei comportamenti non salutari”. E inoltre: “Questi sono comportamenti salutari”; “I comportamenti salutari hanno origine qui”; “Qui cessano completamente i comportamenti salutari”; “Chi pratica così, pratica per la cessazione dei comportamenti salutari”. E inoltre: “Queste sono intenzioni (sankappa) non salutari”; “Le intenzioni non salutari hanno origine qui”; “Qui cessano completamente le intenzioni non salutari”; “Chi pratica così pratica per la cessazione delle intenzioni non salutari”. E inoltre: “Queste sono intenzioni salutari”; “Le intenzioni salutari hanno origine qui”; “Qui cessano completamente le intenzioni salutari”; “Chi pratica così pratica per la cessazione delle intenzioni salutari”.

E cosa sono, carpentiere, i comportamenti non salutari (akusalā sīlā)? Sono le azioni non salutari compiute con il corpo e la parola, e il mantenersi con mezzi scorretti. E dove hanno origine i comportamenti non salutari? Ho parlato anche della loro origine: e la risposta è che hanno origine nella mente. Quale mente? Perché la mente è multiforme, variegata e sempre diversa. La mente con avidità, odio e illusione (sarāgaṃ sadosaṃ samohaṃ): qui hanno origine i comportamenti non salutari. E dove cessano completamente i comportamenti non salutari? Anche della loro cessazione ho parlato. E cioè: un monaco abbandona un comportamento nocivo con il corpo, la parola e la mente, e adotta un buon comportamento con il corpo, la parola e la mente; non si mantiene con mezzi scorretti e adotta mezzi di sussistenza corretti. È qui che i comportamenti non salutari cessano completamente. [2]

E in che modo pratica chi pratica per la cessazione dei comportamenti non salutari? Ecco: suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di prevenire il sorgere di qualità dannose e non salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di abbandonare le qualità dannose e non salutari che siano sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di far sorgere qualità salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di mantenere, chiarificare, far crescere, arricchire, maturare e perfezionare le qualità salutari già sorte. Praticando così, pratica per la cessazione dei comportamenti non salutari. [3]

E cosa sono, carpentiere, i comportamenti salutari (kusalā sīlā)? Sono le azioni salutari compiute con il corpo e la parola e mantenersi con mezzi corretti. E dove hanno origine i comportamenti salutari? Ho parlato anche della loro origine: e bisogna rispondere che hanno origine nella mente. Quale mente? Perché la mente è multiforme, variegata e sempre diversa. La mente che è priva di avidità, odio e illusione (vītarāgaṃ vītadosaṃ vītamohaṃ): qui hanno origine i comportamenti salutari. E dove cessano completamente i comportamenti salutari? Anche della loro cessazione ho parlato. E cioè: un monaco è virtuoso, ma non si identifica con la virtù [no ca sīlamayo] e conosce per esperienza diretta la liberazione del cuore e la liberazione data dal discernimento dove i comportamenti salutari cessano senza lasciare traccia.

E in che modo pratica chi pratica per la cessazione dei comportamenti salutari? Ecco: suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di prevenire il sorgere di qualità dannose e non salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di abbandonare le qualità dannose e non salutari che siano sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di far sorgere qualità salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di mantenere, chiarificare, far crescere, arricchire, maturare e perfezionare le qualità salutari già sorte. Praticando così, pratica per la cessazione dei comportamenti salutari.

“E quali sono le intenzioni non salutari? Le intenzioni sensuali, ostili o aggressive. E dove hanno origine le intenzioni non salutari? Ho parlato anche della loro origine. E alla domanda si deve rispondere che sorgono dalla percezione. Ma quale percezione? Perché la percezione è molteplice, varia, diversificata. Le intenzioni non salutari  sorgono da percezioni connesse al piacere dei sensi, alla resistenza [o avversione] e all’aggressività. E dove cessano completamente le intenzioni non salutari? Ho parlato anche della loro cessazione. E’ il caso in cui un monaco, separato dagli stimoli sensoriali e separato dagli stati mentali non salutari, entra e permane nel primo livello di quiete meditativa [jhāna] che si associa all’applicazione iniziale e sostenuta: gioia e piacere nati dalla separazione. È qui che le intenzioni non salutari cessano completamente. E in che modo pratica uno che pratica per la cessazione delle intenzioni non salutari? Ecco: suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di prevenire il sorgere di qualità dannose e non salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di abbandonare le qualità dannose e non salutari che siano sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di far sorgere qualità salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di mantenere, chiarificare, far crescere, arricchire, maturare e perfezionare le qualità salutari già sorte. Praticando così, pratica per la cessazione delle intenzioni non salutari.

E quali sono le intenzioni salutari? La rinuncia, la benevolenza e la compassione. [4] E dove hanno origine le intenzioni salutari? Ho parlato anche della loro origine: e la risposta è che sorgono dalla percezione. Ma quale percezione? Perché la percezione è molteplice, varia, diversificata. Le intenzioni salutari emergono da percezioni connesse all’appagamento, alla non-avversione, alla non-violenza. E dove cessano completamente le intenzioni salutari? Ho parlato anche della loro cessazione. E’ il caso in cui un monaco, rilassando l’applicazione iniziale e sostenuta, entra e permane nel secondo livello di quiete meditativa che è privo di applicazione iniziale e sostenuta: una mente concentrata e internamente fiduciosa, gioia e piacere nati dall’unificazione. È qui che le intenzioni salutari cessano completamente. E in che modo pratica uno che pratica per la cessazione delle intenzioni salutari? Ecco: suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di prevenire il sorgere di qualità dannose e non salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di abbandonare le qualità dannose e non salutari che siano sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di far sorgere qualità salutari non ancora sorte. Suscita il desiderio, si applica, attiva l’energia, esercita la volontà e si impegna al fine di mantenere, chiarificare, far crescere, arricchire, maturare e perfezionare qualità salutari già sorte. Praticando così, pratica per la cessazione delle intenzioni salutari. [5]

[Segue l’esposizione dei 10 fattori del sentiero di cui è dotato un asekhā cioè qualcuno che ha completato l’addestramento – un arahant: sono gli 8 fattori standard del sentiero più la retta conoscenza e la retta liberazione.  Per il brano completo cfr trad. Sujato https://suttacentral.net/mn78/en/sujato ].

Questo disse il Maestro. Soddisfatto, Pancakaṅga il carpentiere apprezzò le parole del Maestro.

NOTE

[1] Sulla ‘parola futile’ e le altre forme di parola retta e non retta vedi QUI Il documento contiene anche una tipica presentazione dei cinque precetti etici per i laici buddhisti.

[2] Per una esposizione delle 10 condotte morali e immorali vedi Majjhima Nikāya 41 Sāleyyaka Sutta trad. it.  Una tipica definizione dei modi scorretti di guadagnarsi da vivere per un praticante laico (indicativa, non certamente esaustiva) include cinque forme di commercio: armi, esseri umani, animali da macello, liquori, veleni (p. es AN 5.177;  vedi QUI  anche sui mezzi di sussistenza scorretti per un monaco mendicante.  Il concetto di “mezzi di sussistenza appropriati” ha ispirato direttamente o indirettamente il dibattito, gli studi e molte interessanti iniziative intorno all’etica del lavoro e dei modi di produzione nel mondo contemporaneo, e sull’importanza di questo fattore per il benessere dell’individuo, della società e dell’ambiente (a cominciare dall’ormai classico saggio di Schumacher Piccolo è bello ; vedi anche il sito https://www.rightlivelihoodaward.org/)

[3] Sul retto sforzo (sammā vayāma ) come fattore del sentiero, qui esposto secondo la classica formula quadruplice, vedi Laboratorio Mestre 2017-18  e relativi file AUDIO

[4] Sulle rette motivazioni o intenzioni (sammā saṅkappā) come fattore del sentiero e sui diversi modi di rendere il termine saṅkappā e le tre qualità mentali cui si fa riferimento vedi testi e documenti sulla pagina Ritiro-di-febbraio-a-Tossignano 2020 e relativi file AUDIO.  Ascolta anche:

https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2020/04/domenica-4.mp3

 

[5] Sugli stati di quiete meditativa vedi QUI

 

 

 

 

 

 

Aggiornamenti

06 lunedì Apr 2020

Posted by Letizia Baglioni in Aggiornamenti

≈ 35 commenti

Tag

meditazione di consapevolezza, satipatthana, similitudine degli acrobati

IMG_1222

  • Nell’incertezza circa la tempistica con cui potremo riprendere il programma di ritiri e incontri e/o organizzarne di nuovi  – vedi CALENDARIO –  nel frattempo potremmo vederci da casa per una serie di INCONTRI DI MEDITAZIONE ONLINE il LUNEDI ALLE 18.30 dal 13 APRILE al 18 MAGGIO INFO Non c’è bisogno di prenotazione, basta mettervi comodi sul vostro cuscino di meditazione, poltrona, letto ecc. con il computer a portata di mano … e se condividete l’appartamento con qualcuno negoziare con flessibilità e compassione uno spazietto per voi … La meditazione potrebbe essere guidata e/o offrirò qualche spunto di riflessione  sul Dhamma, ma non è un corso o un seminario, quindi non mi impegno a nulla di sistematico o prevedibile! La piattaforma Zoom che useremo è semplice da usare, non serve preoccuparsi di nulla.  Oh, e potrei invitarvi a cantare in pali, quindi tenete pronti i testi (non registreremo nulla, niente paura!)  SCARICA IL TESTO  Omaggio al Buddha Rifugi e Precetti  PDF*  Brahmavihara  PDF  ASCOLTA 
https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2020/04/brahmavihara-online-audio-converter.com_.mp3 https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2020/04/rifugi.mp3

 

  • E in tema di protezione … sul piano fisico e della salute possiamo solo fare ciò che è ragionevole e possibile per proteggere il nostro e altrui benessere, entro gli inevitabili limiti delle circostanze, delle condizioni individuali e della natura. Ma in termini di Dhamma, proteggere se stessi e gli altri ha un’altra e più profonda sfumatura, e nei discorsi del buddhismo antico è chiaramente legato allo sviluppo della presenza mentale secondo i 4 satipaṭṭhāna come modo per prevenire e curare le ‘malattie’ dell’avidità, dell’avversione e dell’illusione. Condivido qui la traduzione italiana a cura di G. Raspa del saggio di Bhikkhu Anālayo Proteggere se stessi e gli altri attraverso la presenza mentale: la similitudine dell’acrobata nel SAṂYUKTA-ĀGAMA  una traduzione e studio del parallelo cinese del forse più noto Sedaka sutta del Saṃyutta-nikāya SN 47.19 trad. Bodhi; mia trad. it. vedi QUI
  • Ho aggiornato la pagina Blog e Privacy con indicazioni spero più chiare su come iscriversi al Blog per ricevere automaticamente notifica dei nuovi articoli e dei commenti. Ho anche aggiunto un nuovo riquadro SEGUI VIA E-MAIL sulla colonna di sinistra (versione desktop) Colgo l’occasione per far notare che dalla colonna di sinistra potete cercare gli articoli attraverso la Categoria (SUTTA raccoglie i post con traduzioni o citazioni dai Discorsi), il soggetto o TAG, ed esplorare i vecchi articoli nell’ARCHIVIO. Augurandovi buona lettura vi invito a postare commenti e domande e a leggere quelli degli altri lettori, spesso molto interessanti e utili soprattutto se legati a seminari o temi specifici.

*Testo scaricato dal sito di Saddha

** Per la foto ringrazio l’amica Jill Eden di Melbourne.

 

 

 

 

 

Generosità #Insiemeadistanza

01 mercoledì Apr 2020

Posted by Letizia Baglioni in Senza categoria

≈ 3 commenti

Mi segnalano e volentieri condivido questo documentario realizzato da Andrea Fenoglio, il primo di una serie in cui si propone di raccontare l’emergenza coronavirus attraverso le vite di alcuni abitanti del comune di Pinerolo (TO): “Persone che, nella fissità di questi giorni, hanno mantenuto il dinamismo del pensiero”.

Ecco: la generosità come dinamismo del pensiero invece della paralisi e del ripiegamento del cuore nella paura e nell’inerzia. Sono certa che avrete trovato tanti piccoli e grandi modi in questi giorni per alimentare con gesti quotidiani ovunque vi troviate e con chiunque siate questo prezioso fondamento che è la generosità. Per chi pratica il Dhamma, spesso non si tratta di fare qualcosa di più o di speciale, ma di tener viva l’inclinazione a dare come “ornamento ed equipaggiamento della mente” (Aṅguttara Nikāya 8.33, vedi anche QUI)

Per parte mia mi permetto di ricordare qui uno dei modi facili e immediati con cui chiunque di noi anche se ha poco può contribuire allo sforzo del nostro sistema sanitario pubblico: DONARE AGLI OSPEDALI DELLA VOSTRA REGIONE  guardate la lista e i dettagli QUI   Per il Veneto suggerisco di utilizzare il CC istituito dalla Regione Veneto

Per me è un vero piacere e fonte di fiducia riflettere sui buoni esempi e le buone qualità degli altri e metterle in evidenza, soprattutto quando i protagonisti sono persone non eroiche o speciali o famose come Davide Petenzi , che di giorno fa il fattorino e di notte stampa in 3D,  e ha messo la sua passione al servizio della collettività. Buona visione!

 

Sempre sul filo della parola d’ordine #Insiemeadistanza stiamo pensando a come incontrarci per meditare via internet, stante l’incertezza del programma di ritiri già concordato. A breve farò un post di AGGIORNAMENTO con i dettagli; ma controllate anche il CALENDARIO per comunicazioni da parte del gruppo degli organizzatori dei ritiri di Tossignano BO (alias Kalyana APS). A presto. 

Iscriviti

  • RSS - Articoli
  • RSS - Commenti

Inserisci il tuo indirizzo e-mail per ricevere notifica dei nuovi articoli.

Categorie

  • Aggiornamenti
  • Percorsi tematici
  • Pratica buddhista
  • Senza categoria
  • Sutta

Archivi

  • gennaio 2023
  • settembre 2022
  • agosto 2022
  • aprile 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • Maggio 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • giugno 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • agosto 2015
  • Maggio 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • novembre 2014
  • ottobre 2014

Tag

Ajahn Chah Ajahn Sumedho amicizia anapanasati anupubbikatha appamana Attadanda Sutta Beethoven benevolenza Bhante Sujato Bhikkhu Analayo Bodhi College brahmavihara Buddhismo delle origini cambiamento climatico canti in pali Carlo Rovelli cetana sutta cinque impedimenti condizionalità consapevolezza dei pensieri consapevolezza del corpo consapevolezza del presente consapevolezza del respiro dhammata discernimento dukkha esperienza estrema destra Etica buddhista facoltà spirituali Focusing giorno della memoria Gotami historically informed performances impermanenza karma karma e rinascita khandha Laboratorio Mestre Mara meditazione di consapevolezza meditazione e impegno sociale metafora metta motivazione e intenzione orafo ottuplice sentiero pamsudhovaka sutta parami percezione purificazione della mente quattro nobili verità realtà aumentata retta concentrazione retta intenzione retta parola retto sforzo samadhi samatha samma vayama sappurisa sati satipatthana satipatthana sutta setacciatore Sutta Sāmañ­ña­phala­sutta Tradizione tailandese della foresta vedana violenza vipassana virtù viveka volontà

Blog su WordPress.com.

  • Segui Siti che segui
    • Il blog di Letizia Baglioni
    • Segui assieme ad altri 337 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Il blog di Letizia Baglioni
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...