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Il blog di Letizia Baglioni

Archivi tag: brahmavihara

Il suonatore di conchiglia

31 mercoledì Mar 2021

Posted by Letizia Baglioni in Sutta

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Tag

brahmavihara, Etica buddhista, kamma

A integrazione del post La tromba di conchiglia  e relative note traduco di seguito il Saṅkhadhamasutta (Saṃyutta Nikāya 42.8) in cui ricorre la similitudine del suonare la conchiglia come immagine della meditazione incentrata su uno dei quattro stati illimitati o brahmavihāra. Qui la funzione trasformativa e salvifica di qualità come la benevolenza, la compassione, l’apprezzamento e l’equanimità, sviluppate e coltivate fino a divenire una attitudine o dimora del cuore, è chiamata in causa dal Buddha per evidenziare la natura non deterministica del kamma e la possibilità di cancellare o depotenziare gli effetti delle azioni e delle abitudini distruttive del passato. Leggi anche la Similitudine della manciata di sale (Anguttara Nikāya 3.100) menzionata in quel post,  nella traduzione di Bhikkhu Bodhi (trad. it. nel video qui sotto al minuto 51:35)

Per un’introduzione, lettura e commento ad entrambi i testi (SN 42.8 e AN 3.100) rimando al video: una sessione del seminario online Letture dai Sutta 2020: Kamma 

Potete cominciare l’ascolto dal minuto 14.44 – La lettura dei testi è preceduta da un’introduzione. La traduzione in italiano del sutta “Una manciata di sale” comincia al minuto 51.35

Il Suonatore di Conchiglia (Saṃyutta Nikāya 42.8)

A quel tempo il Maestro risedeva presso Nālandā, nel boschetto di manghi di Pāvārika. Allora il capovillaggio Asibandhakaputta, un discepolo dei giainisti, si recò dal Maestro e si sedette da un canto. Il Maestro gli disse: “Capo, che cosa insegna Nigaṇṭha Nātaputta ai suoi seguaci?” “Signore, Nigaṇṭha Nātaputta insegna questo: ‘Chiunque uccida è destinato alla perdizione, è destinato all’inferno. Chiunque rubi, chiunque abbia una cattiva condotta sessuale, chiunque dica il falso è destinato alla perdizione, è destinato all’inferno. Sei condotto [alla rinascita] dal modo in cui vivi abitualmente’.”

“Sei condotto[alla rinascita] dal modo in cui vivi abitualmente: se ciò fosse vero, allora, stando a Nigaṇṭha Nātaputta nessuno sarebbe destinato a un luogo di perdizione, nessuno sarebbe destinato all’inferno. Cosa ne pensi, capo? Considera qualcuno che uccide. Se confronti le occasioni, di giorno o di notte, in cui è intento a uccidere piuttosto che a non uccidere, quali sono più numerose? ” “Le occasioni in cui non uccide sono più numerose”. “Cosa ne pensi, capo? Considera uno che ruba, che ha una cattiva condotta sessuale, o che dice il falso. Se confronti le occasioni, di giorno o di notte, in cui ruba, o ha una cattiva condotta sessuale, o dice il falso, con quelle in cui non ruba, non ha una cattiva condotta sessuale, o non dice il falso, quali sono più numerose?”“Le occasioni in cui non ruba, non ha una cattiva condotta sessuale o non dice il falso sono più numerose di quelle in cui ruba, ha una cattiva condotta sessuale o dice il falso”.

“Sei condotto[alla rinascita] dal modo in cui vivi abitualmente: se ciò fosse vero, allora, stando a Nigaṇṭha Nātaputta, nessuno sarebbe destinato a un luogo di perdizione, o all’inferno. Considera un maestro che propugna questa dottrina, questa opinione: ‘Chiunque uccida, rubi, abbia una cattiva condotta sessuale, o dica il falso, è destinato alla perdizione, destinato all’inferno’. E c’è un discepolo che ha fiducia in quel maestro e pensa: ‘Il mio maestro dice che chiunque uccida, rubi, abbia una cattivacondotta sessuale, o dica il falso,è destinato alla perdizione, è destinato all’inferno. Ma io ho ucciso, ho rubato, ho avuto una cattiva condotta sessuale, o ho detto il falso; quindi anch’io sono destinato alla perdizione, sono destinato all’inferno’. Così adotta quel punto di vista. A meno che non rinunci a quell’affermazione, a quella credenza, e non abbandoni quel punto di vista, sarà gettato, per così dire, all’inferno.

Ora considera: compare nel mondo un realizzato, un arahant, un Buddha pienamente rivegliato, maturo in sapienza e condotta, felice, conoscitore del mondo, guida eccellente di coloro che vogliono addestrarsi, maestro di dèi e di uomini, sveglio, benedetto. In molti modi egli critica e denuncia il togliere la vita, e dice ‘Smettete di uccidere!’. Critica e denuncia il furto, la cattiva condotta sessuale, la menzogna, e dice ‘Smettete di rubare!’[eccetera].

E c’è un discepolo che ha fiducia in quel maestro e pensa: ‘In molti modi il Buddha critica e denuncia il togliere la vita, e dice ‘Smettete di uccidere!’. Io, in piccola o grande misura, ho ucciso. Non è giusto, non è buono. Ma per quanto provi rimorso, non posso disfare quel che ho fatto’. Riflettendo così, smette di uccidere le creature viventi, e in futuro si astiene dall’uccidere. Ecco come abbandona quella cattiva azione e la trascende. [Lo stesso si ripete per le altre azioni nocive].

Smette di uccidere e si astiene dall’uccidere. Smette di rubare e si astiene dal rubare. Smette di avere una cattiva condotta sessuale e si astiene dalla cattiva condotta sessuale. Smette di mentire e si astiene dal mentire. Smette di seminare zizzania e si astiene dal seminare zizzania. Smette di parlare in modo offensivo e si astiene dal linguaggio offensivo. Smette di chiacchierare inutilmente e si astiene dalle chiacchiere inutili. Abbandonando il desiderio invidioso, non nutre invidia. Abbandonando il rancore e l’odio, non nutre rancore. Abbandonando le opinioni scorrette, adotta una prospettiva corretta.

Quel discepolo dei nobili –senza avidità, senza malanimo, vigile, consapevole – pervade la prima direzione dello spazio con una mente colma di benevolenza; e così pure la seconda, la terza e la quarta direzione dello spazio. In alto, in basso, in mezzo, ovunque, completamente; pervade tutto il mondo con una mente colma di benevolenza: ricca, grande, illimitata, non ostile e non aggressiva

[come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di compassione: ricca, grande, illimitata, non ostile e non aggressiva. [come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di apprezzamento: ricca, grande, illimitata, non ostile e non aggressiva. [come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di equanimità: ricca, grande, illimitata, non ostile e non aggressiva.

Come una persona vigorosa che suona la conchiglia si fa sentire senza sforzo in tutte le direzioni, allo stesso modo, quando la liberazione del cuore tramite la benevolenza [la compassione, l’apprezzamento, l’equanimità] è coltivata e realizzata in questo modo, qualunque azione limitante del passato non lascia traccia né perdura”.

A queste parole Asibandhakaputta il capovillaggio disse al Maestro: “Splendido, signore, splendido! Da oggi in poi, il Buddha mi ricordi come un discepolo laico che ha preso rifugio per la vita”.

____________________________________________________________________________________________________

  • Per i concetti di KAMMA E RINASCITA nel buddhismo antico e relativa bibliografia rinvio alla scheda del seminario Letture dai Sutta 2020: Kamma  
  • Sulle 10 CONDOTTE MORALI E IMMORALI secondo il buddhismo antico in rapporto a kamma e rinascita vedi un estratto da Majjhima Nikāya 41 Sāleyyaka Sutta (I cittadini di Sālā)  TRAD IT

La mente amichevole: insegnamenti dai Discorsi del buddhismo antico

18 giovedì Feb 2021

Posted by Letizia Baglioni in Percorsi tematici, Pratica buddhista

≈ Commenti disabilitati su La mente amichevole: insegnamenti dai Discorsi del buddhismo antico

Tag

benevolenza, brahmavihara, metta, motivazione e intenzione, retta intenzione

IMG_0622 (5)

Meditazioni, letture e riflessioni sulla qualità della benevolenza (mettā) nell’ottuplice sentiero. Guidati dal “Discorso sulla benevolenza” (Sutta Nipata 1.8) esploreremo il ruolo della mettā nella meditazione e le sue espressioni etiche e sociali  INFO E PROGRAMMA

Il ritiro online è concluso. Su questa pagina i materiali di studio e pratica

Introduzione 

Retta intenzione retto sforzo nell’ottuplice sentiero

https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2021/02/mente-amichevole-come-relazione.mp3

Metta come relazione (d&r, discorso, parabola degli acrobati: Sedaka Sutta, SN 47.19)

https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2020/05/02-med.-guidata-consapevolezza-del-corpo.mp3

Meditazione guidata: consapevolezza del corpo

https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2021/09/med.-guid.-metta.mp3

Meditazione guidata: benevolenza o amichevole gentilezza  (pratica preliminare)

VEDI ANCHE gli audio dal ritiro ‘Mente amichevole’ Tossignano 2018

Altri materiali utili

La tromba di conchiglia 

Metta Sutta canto in pali (e foto di Ajahn Chah con la gazzella) 

Discorso del Buddha sulla benevolenza (mia trad. it.  del Metta Sutta Sn 1.8)

METTĀ nei discorsi antichi

Citazioni dai sutta

Amici

Ritiro autunnale a Tossignano Bologna

14 sabato Set 2019

Posted by Letizia Baglioni in Percorsi tematici, Pratica buddhista

≈ Commenti disabilitati su Ritiro autunnale a Tossignano Bologna

Tag

appamana, benevolenza, brahmavihara, compassione, karuna, metta

Compassione: seminario residenziale

Tossignano (Bologna) 31 ottobre – 3 novembre 2019

Il ritiro è terminato. La pagina è stata aggiornata con i link ai testi e sutta citati nel corso del seminario. I file audio dal ritiro sono disponibili alla pagina AUDIO

thumbs_broussonetia-papyrifera-3Questo week-end tematico è  l’ideale prosecuzione di quello svoltosi nell’ottobre 2018 La mente amichevole: introduzione alla meditazione di mettā   Chi non ha partecipato al quel ritiro troverà su quella pagina materiali utili come introduzione al ritiro del 2019 (vedi anche sotto)

L’accento è sulla coltivazione della compassione (karuṇā) come base per lo sviluppo della retta concentrazione, e la sua funzione nel contesto dell’ottuplice sentiero.  Il seminario intende introdurre specificamente alla prospettiva degli insegnamenti più antichi della letteratura canonica buddhista (sutta/āgama) sulla pratica e la funzione dei brahmavihāra o appamanā (benevolenza, compassione, gioia partecipe, equanimità). Oltre a esplorare la funzione della compassione nell’ottuplice sentiero, rifletteremo sul suo potenziale come virtù sociale nella nostra realtà contemporanea.

LETTURE PRELIMINARI:

La tromba di conchiglia

Abbandonare i cinque impedimenti

METTĀ nei Discorsi antichi

Proteggere se stessi e il proprio mondo (AUDIO dal ritiro La mente amichevole, 2018)

https://letiziabaglionidotcom.files.wordpress.com/2019/09/5-proteggere-se-stesso-e-il-proprio-mondo.mp3

APPROFONDIMENTI:

Anālayo, How Compassion Became Painful

Anālayo, Compassion and Emptiness in Early Buddhist Meditation capp. I-III

ALTRI TESTI CITATI AL RITIRO

Dutiyaāghātapaṭivinayasutta  AN 5.162 (Come liberarsi dal risentimento 2)

Paṭhamaāghātapaṭivinaya Sutta AN 5.161  (Come liberarsi dal risentimento 1)

Le registrazioni dei discorsi sono disponibili alla pagina Audio

 

 

 

 

 

Ritiro di ottobre a Tossignano Bologna

20 giovedì Set 2018

Posted by Letizia Baglioni in Pratica buddhista

≈ 2 commenti

Tag

brahmavihara, metta

La mente amichevole: introduzione alla meditazione di mettā

Tossignano (Bologna) 31 ottobre – 4 novembre 2018 

INFO QUI

Questo ritiro residenziale si rivolge preferenzialmente a chi già pratica la meditazione di consapevolezza e ha una conoscenza di base del Dhamma

Per facilitare l’organizzazione, chiediamo agli interessati di perfezionare l’iscrizione quanto prima e comunque entro il 17 ottobre Grazie!

thumbs_broussonetia-papyrifera-3L’accento è sulla coltivazione della benevolenza (mettā bhavanā) come base per lo sviluppo della concentrazione  e sostegno per la presenza mentale, con particolare riferimento agli insegnamenti contenuti nei Discorsi antichi sui 4 brahmavihāra o qualità espansive del cuore (benevolenza, compassione, apprezzamento, equanimità).  Oltre a esplorare la funzione della ‘mente amichevole’ nell’ottuplice sentiero, rifletteremo su come declinare questa virtù sociale e comunitaria nella  nostra realtà contemporanea.

LETTURE:

La tromba di conchiglia

Abbandonare i cinque impedimenti

Per chi è nuovo all’argomento:

La pratica dei brahmavihara

La via della benevolenza (discorso di Achaan Chandapalo)

APPUNTI DAL RITIRO:

METTĀ nei Discorsi antichi

CITAZIONI DAI SUTTA

Le registrazioni dei discorsi dal ritiro sono disponibili alla pagina Audio

 

 

 

 

 

 

La tromba di conchiglia

11 martedì Set 2018

Posted by Letizia Baglioni in Sutta

≈ Commenti disabilitati su La tromba di conchiglia

Tag

appamana, brahmavihara, Etica buddhista, karma, metta

L’uso di una grande conchiglia spiraliforme come strumento a fiato rappresenta uno dei modi più arcaici e naturali di produzione del suono, principalmente per assolvere a funzioni segnaletiche, in pace o in guerra, o anche in contesti rituali e festivi. In Sicilia, ad esempio, fino a 30-40 anni fa il suono della brogna (trumma o tromba di conchiglia) annunciava l’inizio di attività agricole come il trasporto delle olive nei frantoi o l’avvio dei mulini ad acqua utilizzati per la molitura del grano, e nelle battute di caccia serviva a stanare gli animali selvatici.Risultati immagini per turbinella pyrum trumpet ancient

Turbinella Pyrum

Nei testi del buddhismo antico il suono della conchiglia (saṅkha) – pieno, potente ed espansivo – ricorre come similitudine per la qualità inclusiva e pervasiva della mente che si sviluppa nella meditazione incentrata sui quattro “illimitati” (appamāna) o “atteggiamenti sublimi” (brahmavihāra): la benevolenza (mettā) la compassione (karunā) la gioia partecipe o apprezzamento (muditā) e l’equanimità (upekkhā).

E’ come se vi fosse qualcuno che è abile nel suonare la conchiglia. Va in un posto dove nessuno l’ha mai udita prima. Sale sulla cima di un alto monte a mezzanotte e con tutte le forze soffia nella conchiglia. Ne esce un suono meraviglioso che pervade le quattro direzioni. (1)

La capacità del suono di estendersi nello spazio saturandolo con una specifica qualità percettiva rispecchia metaforicamente l’esperienza meditativa di un campo unificato e permeato da un singolo sentimento o sensazione significativa associata all’intento/pensiero di gentilezza, compassione, apprezzamento o equanimità. Questo particolare ‘suono’ tende non solo a colorare, per dir così, la coscienza come se quest’ultima fosse un contenitore statico, ma possiede un intrinseco dinamismo che estende la coscienza dissolvendo i contenuti  che generano misura e posizione: si parla dunque di una ‘mente illimitata’ perché non misurabile attraverso concetti e intenzioni che reificano l’esperienza, generando il confine fra soggetto e oggetto, interno ed esterno.

Così come il suono della tromba di conchiglia si diffonde senza ostacoli  dalla cima del monte e nella notte è chiaramente udibile da chiunque , così l’irradiazione dei brahmavihāra non è circoscritta o rivolta a qualcuno in particolare e presuppone la prospettiva ampia e non ostruita acquisita con il previo abbandono dei cinque impedimenti e dei pensieri distraenti (vedi post precedenti QUI e QUI) .

In questo senso, il metodo di meditazione attestato nella letteratura buddhista posteriore e insegnato in prevalenza anche oggi in occidente, consistente nello sviluppare sistematicamente la benevolenza, eccetera, verso di sé, la persona cara, la persona neutra e la persona non gradita od ostile, per poi estenderla a diverse classi di esseri e infine a tutti gli esseri senza esclusioni, si potrebbe forse intendere come un abile mezzo o addestramento preliminare volto a mettere in luce e superare i pregiudizi cognitivi ed emotivi per cui certi sentimenti o intenzioni positive sono evocati dalle caratteristiche attribuite dal meditante a un particolare oggetto, o comunque legati a una categoria di persone, piuttosto che essere l’espressione di un desiderio autonomo del cuore.

Nei Discorsi antichi, d’altro canto, è a più riprese sottolineato il valore della benevolenza e della compassione espresse con pensieri, parole e atti nei confronti di esseri o individui specifici (ad esempio i propri compagni di pratica, persone che agiscono scorrettamente, animali). Ma ciò sembra riferirsi più a un contesto relazionale e allo sviluppo di qualità e intenzioni etiche nel quotidiano, che non a un metodo di meditazione formale.

Traduco di seguito la sezione del Saṅkhadhama Sutta Saṃyutta Nikāya 42.8 dove ricorre la formula che nei Discorsi descrive invariabilmente la meditazione sui brahmavihāra (qui evidenziata in grassetto) e che termina appunto con la similitudine del suonatore di conchiglia. Il contesto è una conversazione fra il Buddha e il giainista Asibandhakaputta intorno alle conseguenze delle azioni eticamente rilevanti sulla qualità della futura rinascita (2). Il Buddha confuta la nozione semplicistica del kamma enunciata dal suo interlocutore, secondo cui la rinascita dipenderebbe dalle azioni che si compiono abitualmente, dicendo che se così fosse nessuno subirebbe le conseguenze negative dei propri atti nocivi, visto che anche un assassino passa la maggior parte del suo tempo a non uccidere, piuttosto che a uccidere. Tale conclusione paradossale, che nega il nesso di causa ed effetto e la responsabilità personale, è ritenuta insoddisfacente tanto dai buddhisti che dai giainisti, anche se con motivazioni diverse. Il Buddha, poi, mostra come sia possibile abbandonare qui e ora le azioni nocive e intraprendere azioni benefiche; e, oltre a ciò, sviluppare la mente e il cuore con la meditazione in modo da neutralizzare o indebolire gli effetti delle azioni compiute in passato sotto l’influsso di avidità, odio e illusione che limitano e condizionano la coscienza.

Il soggetto del brano seguente è qualcuno che ha ascoltato l’insegnamento del Buddha e ha fiducia di poter cambiare in meglio, superando il rammarico per i comportamenti e gli atteggiamenti non saggi del passato e impegnandosi giorno per giorno a vivere diversamente:

“Smette di uccidere e si astiene dall’uccidere. Smette di rubare e si astiene dal rubare. Smette di comportarsi irresponsabilmente in ambito sessuale e si astiene dal sesso irresponsabile. Smette di mentire e si astiene dal mentire. Smette di seminare zizzania e si astiene dal seminare zizzania. Smette di parlare in modo offensivo e si astiene da un linguaggio offensivo. Smette di chiacchierare inutilmente e si astiene dalle chiacchiere inutili. Abbandonando il desiderio invidioso, non nutre invidia. Abbandonando il rancore e l’odio, non nutre odio. Abbandonando le opinioni scorrette, adotta una prospettiva corretta. (3)

Quel discepolo dei nobili – senza avidità, senza malanimo, vigile, consapevole – pervade la prima direzione dello spazio con una mente colma di benevolenza; e così pure la seconda, la terza e la quarta direzione. In alto, in basso, in mezzo, ovunque, completamente: pervade tutto il mondo con una mente colma di benevolenza, vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.   

 [come sopra]  pervade tutto il mondo con una mente colma di compassione: vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.

[come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di apprezzamento: vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.

[come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di equanimità: vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.

Come una persona vigorosa che soffia nella tromba di conchiglia si fa sentire senza sforzo in tutte le direzioni, allo stesso modo, quando la liberazione del cuore tramite la benevolenza [la compassione, l’apprezzamento, l’equanimità] è stata coltivata e realizzata in questo modo, qualunque azione limitante del passato non lascia traccia né perdura. “

La temporanea liberazione del cuore (cetovimutti) tramite la benevolenza o le altre tre qualità/intenzioni illimitate è dunque una potente esperienza trasformativa che

‘Imita’ e precorre, esperienzialmente, la condizione ideale di una mente libera che esprime solo risposte sane ed evita intenzioni e reazioni non salutari. Con questo tipo di addestramento le radici delle tendenze della mente a generare karma basato sull’ignoranza si depotenziano dall’interno.(4) 

Una similitudine contenuta in un altro discorso (Aṅguttara Nikāya 3.100) paragona gli effetti di un’azione nociva di poco conto compiuta da qualcuno che ha sviluppato la virtù e ha una mente aperta e incline agli illimitati a un granello di sale disciolto nell’acqua del Gange: essendo l’acqua abbondante, non diventerà salata e inadatta a essere bevuta. Al contrario, un granello di sale disciolto in un bicchier d’acqua (in una mente ristretta) avrà il potere di renderla imbevibile.

Allora il nobile discepolo riflette così: ‘Prima, la mia mente era ristretta e sottosviluppata; ora è illimitata e ben sviluppata’.

A questo punto, secondo la logica dei Discorsi, il praticante che ha maturato una corretta prospettiva circa la sofferenza, le sue cause, la cessazione e il sentiero (ossia le quattro nobili verità) può compiere un ulteriore passo verso la liberazione ‘incrollabile’ esaminando l’esperienza meditativa del brahmavihāra alla luce della visione profonda o vipassanā, che mina il desiderio e la possibilità di aderire, identificarsi o aggrapparsi a un qualunque stato mentale o condizione di esistenza: (5)

‘Questa liberazione della mente tramite la benevolenza (ecc.) è condizionata e prodotta intenzionalmente; ma tutto ciò che è condizionato e prodotto intenzionalmente è impermanente, soggetto a cessazione’. Se persiste in ciò, ottiene l’esaurimento degli influssi [o se non l’ottiene, consegue come minimo il non-ritorno a un’esistenza sul piano sensoriale] Majjhima Nikāya 52

NOTE

  1.  Rendo in italiano un brano del Madhyama-āgama 152 tradotto dall’originale cinese dal ven. Anālayo in: Compassion and Emptiness in Early Buddhist Meditation pp. 23-24 (clicca sul link per scaricare il pdf del volume, nel quale l’autore mette a confronto testi appartenenti a diverse linee di trasmissione e redazione dei discorsi del Buddha – in particolare gli Āgama cinesi e i Sutta pali – per offrire un quadro dettagliato, coerente, ma anche ricco di sfumature, degli insegnamenti originari circa la pratica meditativa in oggetto). Cfr Majjhima Nikāya 99 (Subha Sutta) dove però la similitudine si limita a menzionare un vigoroso trombettiere che si fa udire senza sforzo nelle quattro direzioni.   Clicca qui per leggere una trad. it del sutta o la versione inglese di Bhante Sujato.
  2. La prima parte del discorso, mia trad. it., si può leggere QUI
  3. Sulle dieci condotte non salutari e salutari cfr. il Saleyyaka Sutta (Majjhima Nikāya 41) qui mia trad. it.  SU ETICA E RETTA INTENZIONE  vedi QUI   e QUI
  4. Bhikkhuni Dhammadinnā, “Semantics of Wholesomeness: Purification of Intention and the Soteriological Function of the Immeasurables
    (appamāṇas) in Early Buddhist Thought”, 2014, p. 73.
  5. Per un esame dettagliato della coltivazione degli illimitati nel contesto del triplice addestramento superiore delineato nei testi del buddhismo antico  (etica, concentrazione e saggezza) rimando al saggio di Giuliana Martini (alias Bhikkhuni Dhammadinna), The Meditative Dynamics of the Early Buddhist Appamānas , 2011

Ritiro residenziale a Torino

23 domenica Ago 2015

Posted by Letizia Baglioni in Aggiornamenti

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brahmavihara

Sono ancora disponibili posti per il ritiro di fine settimana a Cavoretto Torino

18-20 settembre 2015

EMOZIONI MATURE: I BRAHMAVIHARA NELLA VIA DEL BUDDHA

In questo ritiro porremo particolare attenzione alla coltivazione delle Sublimi Dimore, o Brahmavihara –  benevolenza,  compassione, gioia partecipe ed equanimità – secondo l’insegnamento del Buddha. Esploreremo il ruolo e l’importanza di queste emozioni mature o intenzioni salutari nel contesto dell’ottuplice sentiero, sia nella vita quotidiana, sia nella meditazione formale.

Riflessioni sui quattro illimitati (clicca qui)

Per informazioni clicca qui INFO CAVORETTOPer iscrizioni scrivere una mail a inforitiri@gmail.com

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