Ritiro di meditazione: da venerdì 12 a domenica 14 marzo
Meditazioni, letture e riflessioni sulla qualità della benevolenza (mettā) nell’ottuplice sentiero. Guidati dal “Discorso sulla benevolenza”Karaṇīya mettasutta (Sutta Nipata 1.8) esploreremo il ruolo della mettā nella meditazione e le sue espressioni etiche e sociali. INFO E PROGRAMMA QUI
questo week-end di ritiro in casa è adatto a meditanti con più o meno esperienza
che hanno una conoscenza di base dell’ottuplice sentiero e sono già stati introdotti alla pratica della presenza mentale secondo il buddhismo antico, avendo fatto almeno un ritiro (preferibilmente in presenza) o un corso specifico – per i dettagli leggi il programma qui
le sessioni online su Zoom
sono un supporto per la pratica individuale nel resto della giornata: vi chiediamo di iscrivervi solo se pensate di potervi dedicare al programma sospendendo altri impegni e attività (salvo quelle domestiche essenziali) e se vi sentite a vostro agio con questo approccio alla meditazione (vedi Materiali per prepararsi al ritiro).
per chi non vive da sola/o
avrete bisogno di uno spazio tranquillo per meditare e seguire le sessioni su Zoom senza interferenze. Se i vostri cari sono ‘distrazioni’ o ‘ispirazioni’ dipende dalla qualità del rapporto e della vostra pratica, oltre che dalle condizioni oggettive del vostro ambiente. Consigliamo il silenzio durante il ritiro per aiutare il raccoglimento, ma va benissimo accordarsi prima per limitare gli scambi a ciò che è essenziale per convivere in armonia durante il ritiro.
NOTA TECNICA SULLA CONNESSIONE A ZOOM: Se temete che la vostra connessione internet non sia sufficiente, considerate di partecipare al ritiro senza attivare la videocamera e il microfono (basta che udiate e vediate bene, che siate riconoscibili con il vostro nome e usiate la chat per partecipare alla sessioni D&R) Prima di scoraggiarvi, fate il test! https://zoom.us/test
Meditazione guidata: libertà dai cinque impedimenti
PER RICHIEDERE L’ISCRIZIONE COMPILA E INVIA IL MODULO QUI SOTTO DAL 18 FEB AL 5 MAR – Se l’invio è andato a buon fine comparirà una notifica automatica su questa pagina. La conferma della prenotazione verrà inviata per email.
Attenzione: Prima di iscriverti leggi le INFO SUL RITIRO E PREPARAZIONE Compila tutti i campi obbligatori con chiarezza, fornendo le informazioni richieste.
Il ritiro è terminato. La pagina è stata aggiornata con i link ai testi e sutta citati nel corso del seminario. I file audio dal ritiro sono disponibili alla paginaAUDIO
Questo week-end tematico è l’ideale prosecuzione di quello svoltosi nell’ottobre 2018 La mente amichevole: introduzione alla meditazione di mettā Chi non ha partecipato al quel ritiro troverà su quella pagina materiali utili come introduzione al ritiro del 2019 (vedi anche sotto)
L’accento è sulla coltivazione della compassione (karuṇā) come base per lo sviluppo della retta concentrazione, e la sua funzione nel contesto dell’ottuplice sentiero. Il seminario intende introdurre specificamente alla prospettiva degli insegnamenti più antichi della letteratura canonica buddhista (sutta/āgama) sulla pratica e la funzione dei brahmavihāra o appamanā (benevolenza, compassione, gioia partecipe, equanimità). Oltre a esplorare la funzione della compassione nell’ottuplice sentiero, rifletteremo sul suo potenziale come virtù sociale nella nostra realtà contemporanea.
Questo ritiro residenziale si rivolge preferenzialmente a chi già pratica la meditazione di consapevolezza e ha una conoscenza di base del Dhamma
Per facilitare l’organizzazione, chiediamo agli interessati di perfezionare l’iscrizione quanto prima e comunque entro il 17 ottobre Grazie!
L’accento è sulla coltivazione della benevolenza (mettā bhavanā) come base per lo sviluppo della concentrazione e sostegno per la presenza mentale, con particolare riferimento agli insegnamenti contenuti nei Discorsi antichi sui 4 brahmavihāra o qualità espansive del cuore (benevolenza, compassione, apprezzamento, equanimità). Oltre a esplorare la funzione della ‘mente amichevole’ nell’ottuplice sentiero, rifletteremo su come declinare questa virtù sociale e comunitaria nella nostra realtà contemporanea.
L’uso di una grande conchiglia spiraliforme come strumento a fiato rappresenta uno dei modi più arcaici e naturali di produzione del suono, principalmente per assolvere a funzioni segnaletiche, in pace o in guerra, o anche in contesti rituali e festivi. In Sicilia, ad esempio, fino a 30-40 anni fa il suono della brogna (trumma o tromba di conchiglia) annunciava l’inizio di attività agricole come il trasporto delle olive nei frantoi o l’avvio dei mulini ad acqua utilizzati per la molitura del grano, e nelle battute di caccia serviva a stanare gli animali selvatici.
Turbinella Pyrum
Nei testi del buddhismo antico il suono della conchiglia (saṅkha) – pieno, potente ed espansivo – ricorre come similitudine per la qualità inclusiva e pervasiva della mente che si sviluppa nella meditazione incentrata sui quattro “illimitati” (appamāna) o “atteggiamenti sublimi” (brahmavihāra): la benevolenza (mettā) la compassione (karunā) la gioia partecipe o apprezzamento (muditā) e l’equanimità (upekkhā).
E’ come se vi fosse qualcuno che è abile nel suonare la conchiglia. Va in un posto dove nessuno l’ha mai udita prima. Sale sulla cima di un alto monte a mezzanotte e con tutte le forze soffia nella conchiglia. Ne esce un suono meraviglioso che pervade le quattro direzioni. (1)
La capacità del suono di estendersi nello spazio saturandolo con una specifica qualità percettiva rispecchia metaforicamente l’esperienza meditativa di un campo unificato e permeato da un singolo sentimento o sensazione significativa associata all’intento/pensiero di gentilezza, compassione, apprezzamento o equanimità. Questo particolare ‘suono’ tende non solo a colorare, per dir così, la coscienza come se quest’ultima fosse un contenitore statico, ma possiede un intrinseco dinamismo che estende la coscienza dissolvendo i contenuti che generano misura e posizione: si parla dunque di una ‘mente illimitata’ perché non misurabile attraverso concetti e intenzioni che reificano l’esperienza, generando il confine fra soggetto e oggetto, interno ed esterno.
Così come il suono della tromba di conchiglia si diffonde senza ostacoli dalla cima del monte e nella notte è chiaramente udibile da chiunque , così l’irradiazione dei brahmavihāra non è circoscritta o rivolta a qualcuno in particolare e presuppone la prospettiva ampia e non ostruita acquisita con il previo abbandono dei cinque impedimenti e dei pensieri distraenti (vedi post precedenti QUI e QUI) .
In questo senso, il metodo di meditazione attestato nella letteratura buddhista posteriore e insegnato in prevalenza anche oggi in occidente, consistente nello sviluppare sistematicamente la benevolenza, eccetera, verso di sé, la persona cara, la persona neutra e la persona non gradita od ostile, per poi estenderla a diverse classi di esseri e infine a tutti gli esseri senza esclusioni, si potrebbe forse intendere come un abile mezzo o addestramento preliminare volto a mettere in luce e superare i pregiudizi cognitivi ed emotivi per cui certi sentimenti o intenzioni positive sono evocati dalle caratteristiche attribuite dal meditante a un particolare oggetto, o comunque legati a una categoria di persone, piuttosto che essere l’espressione di un desiderio autonomo del cuore.
Nei Discorsi antichi, d’altro canto, è a più riprese sottolineato il valore della benevolenza e della compassione espresse con pensieri, parole e atti nei confronti di esseri o individui specifici (ad esempio i propri compagni di pratica, persone che agiscono scorrettamente, animali). Ma ciò sembra riferirsi più a un contesto relazionale e allo sviluppo di qualità e intenzioni etiche nel quotidiano, che non a un metodo di meditazione formale.
Traduco di seguito la sezione del Saṅkhadhama SuttaSaṃyutta Nikāya 42.8 dove ricorre la formula che nei Discorsi descrive invariabilmente la meditazione sui brahmavihāra (qui evidenziata in grassetto) e che termina appunto con la similitudine del suonatore di conchiglia. Il contesto è una conversazione fra il Buddha e il giainista Asibandhakaputta intorno alle conseguenze delle azioni eticamente rilevanti sulla qualità della futura rinascita (2). Il Buddha confuta la nozione semplicistica del kamma enunciata dal suo interlocutore, secondo cui la rinascita dipenderebbe dalle azioni che si compiono abitualmente, dicendo che se così fosse nessuno subirebbe le conseguenze negative dei propri atti nocivi, visto che anche un assassino passa la maggior parte del suo tempo a non uccidere, piuttosto che a uccidere. Tale conclusione paradossale, che nega il nesso di causa ed effetto e la responsabilità personale, è ritenuta insoddisfacente tanto dai buddhisti che dai giainisti, anche se con motivazioni diverse. Il Buddha, poi, mostra come sia possibile abbandonare qui e ora le azioni nocive e intraprendere azioni benefiche; e, oltre a ciò, sviluppare la mente e il cuore con la meditazione in modo da neutralizzare o indebolire gli effetti delle azioni compiute in passato sotto l’influsso di avidità, odio e illusione che limitano e condizionano la coscienza.
Il soggetto del brano seguente è qualcuno che ha ascoltato l’insegnamento del Buddha e ha fiducia di poter cambiare in meglio, superando il rammarico per i comportamenti e gli atteggiamenti non saggi del passato e impegnandosi giorno per giorno a vivere diversamente:
“Smette di uccidere e si astiene dall’uccidere. Smette di rubare e si astiene dal rubare. Smette di comportarsi irresponsabilmente in ambito sessuale e si astiene dal sesso irresponsabile. Smette di mentire e si astiene dal mentire. Smette di seminare zizzania e si astiene dal seminare zizzania. Smette di parlare in modo offensivo e si astiene da un linguaggio offensivo. Smette di chiacchierare inutilmente e si astiene dalle chiacchiere inutili. Abbandonando il desiderio invidioso, non nutre invidia. Abbandonando il rancore e l’odio, non nutre odio. Abbandonando le opinioni scorrette, adotta una prospettiva corretta. (3)
Quel discepolo dei nobili – senza avidità, senza malanimo, vigile, consapevole – pervade la prima direzione dello spazio con una mente colma di benevolenza; e così pure la seconda, la terza e la quarta direzione. In alto, in basso, in mezzo, ovunque, completamente: pervade tutto il mondo con una mente colma di benevolenza, vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.
[come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di compassione: vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.
[come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di apprezzamento: vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.
[come sopra] pervade tutto il mondo con una mente colma di equanimità: vasta, magnanima, illimitata, non ostile e non aggressiva.
Come una persona vigorosa che soffia nella tromba di conchiglia si fa sentire senza sforzo in tutte le direzioni, allo stesso modo, quando la liberazione del cuore tramite la benevolenza [la compassione, l’apprezzamento, l’equanimità] è stata coltivata e realizzata in questo modo, qualunque azione limitante del passato non lascia traccia né perdura. “
La temporanea liberazione del cuore (cetovimutti) tramite la benevolenza o le altre tre qualità/intenzioni illimitate è dunque una potente esperienza trasformativa che
‘Imita’ e precorre, esperienzialmente, la condizione ideale di una mente libera che esprime solo risposte sane ed evita intenzioni e reazioni non salutari. Con questo tipo di addestramento le radici delle tendenze della mente a generare karma basato sull’ignoranza si depotenziano dall’interno.(4)
Una similitudine contenuta in un altro discorso (Aṅguttara Nikāya 3.100) paragona gli effetti di un’azione nociva di poco conto compiuta da qualcuno che ha sviluppato la virtù e ha una mente aperta e incline agli illimitati a un granello di sale disciolto nell’acqua del Gange: essendo l’acqua abbondante, non diventerà salata e inadatta a essere bevuta. Al contrario, un granello di sale disciolto in un bicchier d’acqua (in una mente ristretta) avrà il potere di renderla imbevibile.
Allora il nobile discepolo riflette così: ‘Prima, la mia mente era ristretta e sottosviluppata; ora è illimitata e ben sviluppata’.
A questo punto, secondo la logica dei Discorsi, il praticante che ha maturato una corretta prospettiva circa la sofferenza, le sue cause, la cessazione e il sentiero (ossia le quattro nobili verità) può compiere un ulteriore passo verso la liberazione ‘incrollabile’ esaminando l’esperienza meditativa del brahmavihāra alla luce della visione profonda o vipassanā, che mina il desiderio e la possibilità di aderire, identificarsi o aggrapparsi a un qualunque stato mentale o condizione di esistenza: (5)
‘Questa liberazione della mente tramite la benevolenza (ecc.) è condizionata e prodotta intenzionalmente; ma tutto ciò che è condizionato e prodotto intenzionalmente è impermanente, soggetto a cessazione’. Se persiste in ciò, ottiene l’esaurimento degli influssi [o se non l’ottiene, consegue come minimo il non-ritorno a un’esistenza sul piano sensoriale]Majjhima Nikāya 52
NOTE
Rendo in italiano un brano del Madhyama-āgama 152 tradotto dall’originale cinese dal ven. Anālayo in: Compassion and Emptiness in Early Buddhist Meditation pp. 23-24 (clicca sul link per scaricare il pdf del volume, nel quale l’autore mette a confronto testi appartenenti a diverse linee di trasmissione e redazione dei discorsi del Buddha – in particolare gli Āgama cinesi e i Sutta pali – per offrire un quadro dettagliato, coerente, ma anche ricco di sfumature, degli insegnamenti originari circa la pratica meditativa in oggetto). Cfr Majjhima Nikāya 99 (Subha Sutta) dove però la similitudine si limita a menzionare un vigoroso trombettiere che si fa udire senza sforzo nelle quattro direzioni. Clicca qui per leggere una trad. it del sutta o la versione inglese di Bhante Sujato.
La prima parte del Discorso che non ho tradotto si può leggere in inglese QUI
Sulle dieci condotte non salutari e salutari cfr. il Saleyyaka Sutta (Majjhima Nikāya 41) qui mia trad. it. SU ETICA E RETTA INTENZIONE vedi QUI e QUI
Bhikkhuni Dhammadinnā, “Semantics of Wholesomeness: Purification of Intention and the Soteriological Function of the Immeasurables
(appamāṇas) in Early Buddhist Thought”, 2014, p. 73.
Per un esame dettagliato della coltivazione degli illimitati nel contesto del triplice addestramento superiore delineato nei testi del buddhismo antico (etica, concentrazione e saggezza) rimando al saggio di Giuliana Martini (alias Bhikkhuni Dhammadinna), The Meditative Dynamics of the Early Buddhist Appamānas , 2011
dei ritiri di meditazione e dei seminari di studio e pratica del Dhamma che condurrò nel 2016 – è possibile che si aggiungano iniziative, ma questi sono stati confermati al momento. Visita la BACHECA di questo blog
Ritiro di Cavoretto: scheda e audio
Sono disponibili alla pagina AUDIO i link alle registrazioni dei discorsi tenuti nel corso di questo ritiro appena concluso, e per chi ha partecipato può essere utile una scheda riassuntiva delle riflessioni utilizzate per la meditazione (qui) Sotto il tag METTA trovate altri riferimenti affini.
E ancora Metta … il ritiro con bhante sujato
vicino Brescia in novembre, che segnalo come speciale occasione per principianti o esperti nella meditazione di benevolenza. Particolarmente centrato sullo sviluppo della concentrazione profonda. Tutte le informazioni sul sito degli organizzatori http://www.jhanaretreat.com/retreat1511.html
Bodhi College: Auguri!
Esordisce con un sito non appariscente ma ricco di risorse, e un programma di qualità decisamente innovativo nel panorama europeo, un nuovo istituto per lo studio e la pratica del buddhismo delle origini.Visitate il sito http://bodhi-college.org/
Fondato e diretto da Stephen Batchelor, Christina Feldman, John Peacock e Akincano Weber, il Bodhi College è un’istituzione non settaria e non allineata ad alcuna ortodossia buddhista o scuola particolare. Pur avvalendosi del contributo scientifico degli studi specialistici non si propone finalità accademiche, ma intende offrire un’educazione contemplativa che incoraggi a realizzare i valori del Dharma nella nostra cultura secolare. Per saperne di più, informazioni in italiano https://bodhi-college.org/it/
Bodhi College: il corso italiano
Introduzione al buddhismo delle origini
16 – 20 marzo, 2016 – Borgo Tossignano (Bologna)
Con Stephen Batchelor e Letizia Baglioni
In questo corso ci proponiamo di tornare alle fonti per identificare le idee, i valori e le pratiche che distinguono gli insegnamenti di Gotama da quelli dei suoi contemporanei, per poi applicarli alle condizioni del mondo in cui viviamo oggi. Mettendo da parte la cosmologia e le credenze metafisiche delle varie scuole buddhiste fiorite in Asia, cercheremo di immaginare una cultura del risveglio radicata nel Dharma del Buddha ma realizzata nel contesto della modernità.
Tutte le informazioni sulla pagina italiana del sito Bodhi College (le iscrizioni sono già aperte e si prendono esclusivamente attraverso il sito)
Sono ancora disponibili posti per il ritiro di fine settimana a Cavoretto Torino
18-20 settembre 2015
EMOZIONI MATURE: I BRAHMAVIHARA NELLA VIA DEL BUDDHA
In questo ritiro porremo particolare attenzione alla coltivazione delle Sublimi Dimore, o Brahmavihara – benevolenza, compassione, gioia partecipe ed equanimità – secondo l’insegnamento del Buddha. Esploreremo il ruolo e l’importanza di queste emozioni mature o intenzioni salutari nel contesto dell’ottuplice sentiero, sia nella vita quotidiana, sia nella meditazione formale.