Una selezione delle registrazioni dal ritiroI quattro elementi: internamente, esternamente – maggio 2021 con le meditazioni guidate e le istruzioni per la pratica è disponibile alla pagina AUDIO
Diversamente da quanto si potrebbe credere, la riflessione sulla mortalità, sul cambiamento e sulla natura condizionata e impermanente di tutti gli aspetti dell’esperienza fisica e mentale con cui di norma ci identifichiamo è presentata nei testi del buddhismo antico come guaritiva, liberante, fonte di saggezza, gioia e compassione.
Perché funzioni come antidoto all’egocentrismo e alla fissità percettiva che alimenta le afflizioni e i condizionamenti del cuore, la percezione dell’impermanenza deve essere coltivata sulla base di un’attenzione chiara e focalizzata nel presente, di un vivido senso della propria incarnazione e di una disponibilità fiduciosa a farsi insegnare le verità dell’esistenza dalla voce umile e spesso inascoltata delle esperienze più ordinarie e comuni che diamo per scontate, a cui resistiamo, o che si impongono al cuore come frammenti del più ampio, e apparentemente interminabile, racconto di un fantasmatico sé.
Bhikkhu, così come in autunno, quando il cielo è limpido e senza nubi, il sole che sorge dissipa l’oscurità dello spazio con i suoi raggi, la sua luce, il suo splendore, allo stesso modo, quando è sviluppata e coltivata, la percezione dell’impermanenza dissipa l’attaccamento al piacere sensoriale, dissipa l’attaccamento al divenire, dissipa l’ignoranza, e sradica la finzione ‘io sono’. E in che modo, bhikkhu, bisogna sviluppare e coltivare la percezione dell’impermanenza … ? ‘Questa è la forma fisica: così sorge, così svanisce; questa è la sensazione … questa è la percezione … queste sono le volizioni … questa è la coscienza: così sorge, così svanisce’. Ecco come si sviluppa e coltiva la percezione dell’impermanenza affinché dissipi completamente l’attaccamento al piacere sensoriale, l’attaccamento al divenire, l’ignoranza, e sradichi la finzione ‘io sono’. – Saṃyutta Nikāya 22.102 Aniccasaññā-sutta (Il discorso sulla percezione dell’impermanenza)
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Sulle “percezioni correttive” nella meditazione di visione profonda (vipassanā)
Questo post presenta una selezione di materiali tratti dal Laboratorio di studio e pratica del Dhamma tenutosi a Venezia Mestre ott.-nov. 2019: Percezione e discernimento nella pratica di visione profonda (vipassanā). Gli interventi dei partecipanti sono stati conservati nell’area dei COMMENTI, dove trovate anche traduzioni di articoli e testi.
Immagina un miraggio che luccica a mezzogiorno nella stagione calda … allo stesso modo … quale sostanza potrebbe esservi in una percezione? (Saṃyutta Nikāya 22.95)
Esplora la natura e il ruolo di saññā – la ‘percezione’ come processo di costruzione di segni e significati – nel contesto dei 5 khandhā (gruppi o aggregati) e nel percorso di sviluppo mentale volto a indebolire e infine neutralizzare le radici delle intenzioni e reazioni non salutari (avidità, avversione e illusione). Nella prospettiva dei Discorsi le distorsioni percettive di base della mente non evoluta vengono decostruite con l’applicazione di ‘percezioni correttive’ e dell’investigazione.
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Percezione – le categorie di vipassanā (6 basi sensoriali, 5 gruppi, nome-forma e coscienza)
Percezione – concetto e significato affettivo
Percezione – nimitta (segno), reattività e custodia dei sensi
Percezione – pubblicità, propaganda: la natura ingannevole di saññā
Percezione – papañca (proliferazione concettuale)
Percezione – papañca (2) Madhupiṇḍika Sutta (MN 18)
Percezione – l’istruzione a Bahiya
Sulle ‘percezioni correttive’ o percezioni da coltivare (in particolare la percezione dell’impermanenza o incostanza) vedi TESTI e APPUNTI e vai al Percorso tematicoLa percezione dell’impermanenza
5) 10 Percezioni del GIRIMĀNANDA SUTTA cfr Anālayo mindfullyfacingdiseasedeath pp. 208 sgg. (in particolare: la percezione dell’impermanenza pp.214-216 vedi trad. it. nella sezione COMMENTI)
Questo ritiro residenziale è adatto a meditanti con precedente esperienza e una conoscenza di base del Dhamma. Come sempre, per aiutare l’organizzazione chiediamo a chi è interessato di confermare l’iscrizione quanto prima e comunque ENTRO IL 31 LUGLIO scrivendo a inforitiri@gmail.com
In questo approccio, samatha e vipassanā (quiete e investigazione o visione profonda) sono integrate e complementari fin dai primi passi della coltivazione mentale, e applicate in modo organico tenendo presente gli insegnamenti del Buddha degli strati canonici più antichi (sutta) e in particolare quelli sulla pratica della consapevolezza dell’inspirare ed espirare (ānāpānasati).
Come introduzione ai concetti essenziali e alle basi testuali della pratica che svolgeremo nel corso dei ritiro consigliamo a tutti i partecipanti alcune
Il cuoco (Saṃyutta Nikāya 47.8) Nota: Il link riniva alla versione inglese di Bhikkhu Bodhi. Cliccando in alto a destra sul menu a tendina si accede a traduzioni in altre lingue disponibili sul sito suttacentral.net, con l’avvertenza che non tutte le versioni sono egualmente attendibili o condotte sul testo pali originale.
Sui temi trattati al ritiro vedi anche citazioni e riferimenti alla pagina:
In questo approccio samatha e vipassanā (quiete e investigazione o visione profonda) sono integrate e complementari fin dai primi passi della coltivazione mentale, e applicate in modo organico tenendo presente gli insegnamenti degli strati canonici più antichi (sutta), e in particolare quelli sulla pratica della consapevolezza dell’inspirare ed espirare (ānāpānasati).
“Ci sono due condizioni che portano ad acquisire una corretta prospettiva: le parole di un altro, e un’attenzione accurata” AN 2.125-6
L’accento è sulla coltivazione della presenza mentale nell’arco di tutta la giornata, e su come si rafforza e raffina nella meditazione formale in sinergia con gli altri fattori salutari.
In particolare esploreremo il ruolo dell’attenzione approfondita o accurata rivolta alla nostra esperienza nel presente (yoniso manasikāra) come condizione per giungere a una ‘corretta prospettiva’ (sammā ditthi) sulla pratica dell’ottuplice sentiero e i suoi obiettivi.
In questo approccio samatha e vipassanā (quiete e comprensione) sono integrate e complementari fin dai primi passi della coltivazione mentale e applicate in modo organico tenendo presente gli insegnamenti del Buddha degli strati canonici più antichi (sutta).
3 – 6 Aprile 2015 Oasi di Cavoretto – Torino Ritiro residenziale
“IL POTERE DELL’INTENZIONE: CONSAPEVOLEZZA, KAMMA E LIBERTÀ NELLA VIA DEL BUDDHA”
ci sono ancora posti disponibili per questo ritiro residenziale vi ricordiamo di perfezionare la vostra iscrizione entro lunedì 2 marzo info RitiroPasqualeTorino
In questo ritiro cercheremo di mettere a fuoco alcuni aspetti chiave della meditazione di consapevolezza (o satipatthana) così come il Buddha stesso la delinea nel Satipatthana Sutta e in altri luoghi rilevanti del Canone pali. Nelle riflessioni serali e nella pratica formale seguiremo il filo degli insegnamenti circa l’aspetto attivo, volizionale, della mente, e su come “apprendere dall’esperienza” riconoscendo gli effetti sottili o più evidenti delle nostre intenzioni dentro e fuori di noi.
Il ritiro si rivolge prevalentemente a chi già pratica la meditazione di consapevolezza, ma è previsto uno spazio introduttivo per un certo numero di principanti (se è il vostro primo ritiro di vipassana segnalatelo nella mail di iscrizione).
Luogo: l’Oasi di Cavoretto, Strada di Santa Lucia 89/97. Un’antica villa immersa nel verde della collina di Cavoretto in comodato al Gruppo Abele, a circa 30 minuti dal centro di Torino.
sabato e domenica ore 9.30-19.30 (intensivo di meditazione)
Il “ritiro urbano” comincia nel momento in cui si formula la chiara intenzione di dedicare – per una settimana – un tempo e una cura particolari alla meditazione e allo studio del Dhamma con il sostegno del gruppo e di un programma condiviso. Integrando l’enfasi su contenimento sensoriale, quiete e riflessione tipica del classico ritiro residenziale con le normali attività e relazioni del quotidiano.