video a cura di Scientist Rebellion – dal canale Telegram di Extinction Rebellion Bologna
Portiamo nel cuore le persone che in questi giorni soffrono privazioni disagi lutti e paura e sono preoccupate per la devastazione del loro territorio e per il futuro. Ci attiviamo per diminuire la sofferenza e le sue cause, dentro e fuori di noi. Chi può aiutare materialmente o moralmente le persone nei luoghi colpiti, ora è il momento. Chi, senza odio o presunzione, vuole andare al nocciolo del problema e sostenere chi suona l’allarme sulla crisi ecologica e climatica, chi sfida il potere e si organizza per spingere al cambiamento necessario, ora è il momento.
A chi ci esorta a rassegnarci ai cambiamenti “naturali” o allo strapotere di un sistema economico che uccide, ignorando ciò che possiamo fare per invertire la rotta a beneficio delle future generazioni, opponiamo conoscenza, competenza, coraggio, amore per la vita e solidarietà.
Puoi informarti, cercare un gruppo attivo nella tua città, o supportare economicamente chi, anche in questi giorni, compie azioni di disobbedienza civile non violenta e subisce repressione, denunce e biasimo dal pubblico e dalla stampa perché esprime l’angoscia e la speranza di tutti.
Circoli virtuosi: ritiro residenziale a Morlupo (Roma) dal 28 luglio al 5 agosto
INFO QUI nota: sarà spostato ad altra data – info a breve
AVVISO IMPORTANTE: Perché il ritiro possa svolgersi con la necessaria fluidità minimizzando le distrazioni c’è bisogno di una/un praticante con esperienza di ritiri che sia disponibile ad aiutare l’organizzatrice svolgendo alcune funzioni pratiche in veste di coordinatrice/tore (le semplici mansioni di intermediario fra lo staff della casa ospitante e il gruppo dei meditanti già note a chi ha fatto ritiri con Letizia). Non c’è bisogno di conoscere la sede di Morlupo: tutte le indicazioni verranno date in anticipo. Se sei disponibile segnalalo sul modulo di iscrizione nel riquadro “altre comunicazioni” e sarai contattat*. Grazie!
Colgo l’occasione per dire, come praticante con una lunga esperienza di servizio e supporto organizzativo in varie mansioni e contesti di meditazione intensiva, che ciò non ha mai danneggiato lo sviluppo della mia concentrazione o presenza mentale, al contrario! Ha ‘danneggiato’, se così si può dire, solo l’attaccamento a certe comodità e pigrizie interiori che è difficile scrollarmi di dosso. Purtroppo, in Italia è raro trovare le condizioni per tenere un ritiro in cui la gestione (dalla cucina alle pulizie ai compiti amministrativi alla scansione della pratica quotidiana) sia affidata ai meditanti stessi sotto la guida di volontari esperti e con le indicazioni generali dell’insegnante. Ma è il modo tradizionale, quello che amo e che funziona meglio, a mio avviso, nell’incontrare e trasformare le proprie abitudini ed emozioni negative e generare l’energia giusta per la pratica meditativa. Ciò detto, dobbiamo adeguarci al contesto che abbiamo. I pochi meditanti che assumono qualche incombenza pratica e relazionale prima o durante un ritiro sono privilegiati, non svantaggiati, rispetto agli altri. Gli insegnamenti e le compagne/i sono lì apposta, per aiutarci a crescere e sviluppare la saggezza. Magari non vi ho convinto, però ci ho provato. Benedizioni del Dhamma a tutti e tutte.
Spazio Aperto – Meditazione e riflessione sul Dhamma
Per aprirsi al flusso dell’esperienza emotiva “così com’è” e sperimentare il potere liberante della retta presenza mentale occorre gettare luce sulle convinzioni, i giudizi e le difese radicate nel corpo che limitano o distorcono la naturale capacità di sentire e contenere ciò che proviamo di momento in momento.
Spesso, termini associati alla meditazione come ‘accettare’, ‘calmare’, ‘contemplare’ o ‘non sé’ vengono fraintesi, e la meditazione finisce per rafforzare e convalidare forme di dissociazione o distanziamento, repressione o diniego che non favoriscono la maturazione psicologica o perpetuano emozioni dolorose e comportamenti non salutari.
Il passo cruciale è riconoscere la fondamentale distinzione fra il videogioco del pensiero discorsivo in cui la naturale sensibilità e responsività del citta viene reificata (l’emozione è una ‘cosa’ che succede ‘a me’ e che ‘io’ devo gestire, accettare, ecc.) e la presenza mentale, che è un gesto di connessione piena e silenziosa al tessuto cangiante dell’esperienza cosciente, sempre nuovo.
La presenza mentale, pur essendo ricettiva, non è mai statica o passiva, ma è associata a un vivido interesse e a un’intelligenza organica e inclusiva, radicata somaticamente, che assapora la qualità etica delle condizioni presenti e risponde appropriatamente, favorendo trasformazione, guarigione e nuovi equilibri.
La “fine della sofferenza” non è un ideale o un programma da perseguire, né il tentativo di proteggersi dalle luci e ombre del comune sentire umano; si scopre quando la mente non afferra e non teme ciò di cui fa esperienza.
Con un corpo e una mente rilassati, e un’attenzione più unita e non offuscata o frammentata dal monologo interno, è possibile incontrare le correnti più sottili delle impressioni e attitudini mentali, i suoi desideri e i suoi timori, al di là delle emozioni palesi e delle sensazioni più intense.
AUDIO
23 settembre – Così com’è
Se siete disposti a imparare dalla sofferenza che incontrate nella vita, scoprirete l’imperturbabilità della vostra mente. (Achaan Sumedho, Consapevolezza intuitiva)
Come dono d’estate e augurio di buone vacanze (o buon lavoro per chi è impegnata/o) condivido un piccolo canto – i versi sono tratti dal Karaṇīya Mettā SuttaSutta Nipāta 1.8
la melodia e lo stile sono miei, spero che vi piaccia … e che qualcuno lo voglia imparare, in vista di una prossima performance corale al ritiro!
Come molti di voi sapranno, alla recitazione e al canto di questo discorso del Buddha sono attribuiti valori di protezione e benedizione (provare per credere!) Diversi anni fa per esempio avevo l’abitudine di recitarlo guidando e una volta uscii indenne da un pericoloso testacoda su strada ghiacciata – attribuitelo al caso se volete!
Ma il vero potere è nello stato mentale della benevolenza, focalizzato attraverso l’energia del respiro e della voce che fanno del corpo uno strumento espressivo che comunica con l’ambiente circostante. Respirar cantando è un modo per lavorare dolcemente sulla postura, sull’incontrare e rilasciare blocchi somatici e tensioni emotive, accantonare il chiacchiericcio mentale e l’immagine di sé (“sono stonato, non ricordo le parole”, ecc.) e donarsi completamente al ritmo, al senso dell’offerta, al ricordo delle sillabe e del significato, all’esperienza tattile e alla risonanza gioiosa in cui pian piano il respiro si amplia e si modula per permettere il fluire del suono.
Per chi pratica la presenza mentale, e soprattutto per chi predilige la consapevolezza del respiro, il canto/recitazione può essere un’eccellente pratica preliminare per stabilire la presenza mentale, allineare corpo, voce e mente e innalzare l’umore. Soprattutto, è divertente! Tutte le tradizioni buddhiste offrono un’ampia gamma di bei canti e mantra che si possono integrare nella pratica.
Alcuni esempi di semplici testi in pali e relativi audio si trovano su questo blog (omaggio al buddha rifugi e precettibrahmavihara (per i testi VEDI QUI) dieci parami, metta, 16 passi anapanasati – in appendice). Per orientarvi con il pali e lo stile di recitazione theravada guardate qui (esistono diversi stili, questo è piuttosto austero ma facile) ; e nulla toglie che possiate creare la vostra melodia o il vostro stile, o memorizzare piccoli brani e frasi da recitare durante il giorno per rallegrare il cuore o aiutare la presenza mentale!
Quando l’umore è basso e la mente ingombra, quando c’è torpore o l’idea di sedersi in meditazione sembra remota o difficile, il canto o la recitazione massaggiano il corpo e l’intenzione e li portano dolcemente nel presente e fuori dalle ossessioni. Quando c’è gioia o la mente è aperta alla gratitudine, il canto o la recitazione è un mezzo per stabilizzare e irradiare l’energia positiva invece di disperderla in pensieri distraenti o chiuderla dentro. E’ una forma di preghiera disponibile anche ai non credenti.
Si può cominciare anche solo inspirando profondamente e rilasciando sull’espirazione il suono della vocale A. Rilassando tutto il corpo, senza forzare, l’attenzione segue le sensazioni tattili e il movimento interno e ascolta il suono e la pausa di silenzio prima del nuovo inspiro. Gradualmente, il volume e la durata del suono possono aumentare spontaneamente con l’alleggerirsi delle tensioni. Si può ripetere con le altre vocali, sempre ascoltando con presenza mentale le sensazioni interne e la vibrazione del suono.
Anche il semplice ascolto di un canto o recitazione meditativa è di beneficio e dispone alla calma e alla fiducia. Questo video contiene un bell’esempio di canto e danza integrati in una pratica di consapevolezza nella tradizione tibetana dzogchen.
Nessuna guerra può essere vinta. E’ una bugia a cui non crediamo più! – Sting (1985)
Perché non possiamo semplicemente vivere senza che la gente muoia sotto le bombe? Perché diamo più peso a interessi economici e giochi di potenza, che all’immenso dolore delle persone? Perché cadiamo tutti in questa logica guerresca? Non lo so, e cerco come tutti risposte, ma il clima di belligeranza che percepisco attorno a me, in cui vedere sofferenze ci spinge a sostenere la guerra, e chiamiamo «pace» l’inviare armi, mi preoccupa profondamente. (Carlo Rovelli)
È la paura degli altri la peggiore consigliera … È la paura la radice dell’aggressività.
E’ sempre il momento di coltivare benevolenza e compassione, equanimità e apprezzamento; poiché tutti soffriamo e in misura piccola o grande infliggiamo sofferenza agli altri, per ignoranza. E tutti sappiamo agire e pensare con intelligenza e buon cuore, in piccola o grande misura.
Per farlo, non occorre essere speciali, ma risolversi ad abbandonare anche per pochi attimi (più volte al giorno) le proprie opinioni ed emozioni ristrette, i pensieri inutili basati sulla paura, sull’abitudine e sull’auto-importanza, ed estendere a tutti e ovunque un augurio di bene con i pensieri, le parole o i gesti: che tutti possano scoprire le vere cause della pace, della sicurezza e del conforto, dentro e fuori di sé.
Un metodo di meditazione o di preghiera serve a sgombrare il campo e permettere al cuore di esprimere il proprio sincero desiderio e irradiare la propria forza. Usate ciò che aiuta: senza pregiudizi, presunzione, tecnicismi o sfiducia.
La COP26 che si è conclusa a Glasgow nel novembre scorso è solo l’ultimo dei numerosi vertici internazionali susseguitisi negli anni senza risultati concreti: dichiarazioni non vincolanti, pochi e insufficienti impegni, nulla che corrisponda alla gravità dell’emergenza ecologica e climatica Clima: meditare e agire(3)
Gli scienziati del IPCC (commissione dell’ONU sul cambiamento climatico) sono chiari e concordi sulla diagnosi, sull’urgenza di agire ora per mitigare e gestire l’impatto del cambiamento climatico, e sulle misure da implementare
Ma, ancora una volta, i governi parlano e non decidono. E come potrebbero, quando le misure utili a contenere l’innalzamento della temperatura sotto 1,5 gradi (obiettivo già definito nel 2015 dagli accordi di Parigi) minano gli interessi dei colossi dell’energia e della finanza e, soprattutto, sarebbero divisive e impopolari poiché chiamano in causa lo stile di vita e di produzione delle società industrializzate a cui ben pochi immaginano di poter rinunciare?
Il cambiamento necessario non può essere atteso o imposto dall’alto, ma deve provenire dai cittadini stessi, da una consapevolezza sempre più estesa di fasce della popolazione che si attivano all’interno delle proprie comunità, delle organizzazioni dei lavoratori, del mondo dell’impresa, dell’educazione, della ricerca scientifica, dell’informazione, eccetera.
A complemento e supporto di questa direzione programmatica va la Proposta di Legge di iniziativa popolare promossa dal comitato Politici per Caso: l’istituzione di un’Assemblea nazionale di Cittadini/e, sorteggiati in base a specifici criteri e supportati da esperti, che abbia al centro la crisi ecoclimatica e le misure da adottare per contrastarla. Le informazioni di base su questo strumento, già adottato con successo in altri paesi su questioni di rilevante impatto sociopolitico sono riassunte in un video sul sito dei promotori
Ma perché le Assemblee di Cittadini dovrebbero essere efficienti o utili nel proporre e deliberare in materie di enorme portata come quella del clima e della distruzione della biodiversità? GUARDA IL VIDEO
Se sei in sintonia con questi obiettivi e vuoi dare un contributo
Quando un discepolo dei nobili discerne ciò che è salutare e la radice di ciò che è salutare, discerne ciò che non è salutare e la radice di ciò che non è salutare, in quella misura è qualcuno che ha una retta visione, che ha corretto il proprio punto di vista, che ha una fondata fiducia nel Dhamma e ha avuto accesso al vero Dhamma (Sammādiṭṭhisutta, Majjhima Nikāya 9)
Il Lab online è concluso. Il materiale audio, gli appunti, i testi e la discussione nell’area dei Commenti restano a disposizione su questa pagina come riferimento per chi vuole continuare a praticare secondo questo approccio. su specifiche contemplazioni satipatthana e aspetti correlati della pratica vedi altri post nella categoria PERCORSI TEMATICI
3. fare pace con l’esperienza del presente- quali atteggiamenti aiutano la presenza mentale?
Le 3 rette motivazioni/intenzioni: lasciar andare/rinuncia (la non avidità può manifestarsi come generosità, apprezzamento, gratitudine, appagamento ecc.) benevolenza/amicizia/gentilezza; compassione/non violenza/dolcezza
vedi anche Gunaratana, La felicità in otto passi, Astrolabio 2004 – cap. 2, p. 55 Il Pensiero appropriato
Fermarsi e sentire – inserire piccole pause consapevoli durante le attività della giornata (nell’orario di lavoro, prima di addormentarsi, quando sentiamo urgenza, paura, dovere o desiderio nella mente che spinge ad agire .. ecc. )
4. consapevolezza della risonanza affettiva (vedanā)
Introduzione e breve meditazione guidata consapevolezza della sensazione
5. Sulla gioia e felicità “non mondane”
Come introduzione, si può ascoltare questo video (anche solo i primi 16 min circa) e riferirsi alla Scheda del Seminario
Spunti di pratica:
Integrare nella seduta di meditazione quotidiana la consapevolezza della ‘sensazione piacevole non mondana’ associata alla presenza mentale e alla purezza delle intenzioni della mente (vedi 3 rette motivazioni/intenzioni). Questa particolare forma di risonanza affettiva non dipende dallo stimolo sensoriale o dal contenuto della coscienza ma è associata al lasciar andare e al non afferrare e da ultimo alla saggezza. E’ un oggetto di consapevolezza nella meditazione satipatthana e va sperimentata direttamente riconoscendone chiaramente le cause. E’ il piacere del momento presente senza avidità e avversione.
Nella seduta e nella consapevolezza delle attività fisiche durante la giornata (nelle 4 posture): Mettere a fuoco la sensazione piacevole mondana osservando il suo sorgere, cambiare e svanire (è necessario prima stabilizzare la mente nel corpo o nel respiro altrimenti se l’attenzione divaga o la presenza mentale è debole non è possibile cogliere la sottile natura di vedana.
Contemplare con presenza mentale significa notarne il sorgere(non è sempre stata lì, ci sono cause) il permanere (occorre sentirla e osservarla silenziosamente nella sua durata, senza aggiungere commenti o reazioni) e soprattutto il CESSARE (come cambia, quando dura?) quello che in genere non notiamo perché nel frattempo la mente salta a qualcos’altro e non vediamo la dipendenza di quel piacere o dolore da fattori esterni o dai desideri e avversioni della mente.
La sensazione piacevole o spiacevole di tipo mondano emerge dal contatto alle 6 porte sensoriali (deriva da percezioni interne, contatti con forme ecc. gradite o sgradite, dal venir meno di uno stimolo sgradevole o dal venir meno di uno stimolo gradevole)
La sensazione neutra in meditazione (come cambia quando diamo piena attenzione silenziosae sostenuta a uno stato mentale o fisico né piacevole, né spiacevole)
6 Contemplare i cinque impedimenti
Vedi la sezione del SS sul quarto satipatṭhāna (contemplazione dei dhammā)
Alcune similitudini dai sutta sui cinque impedimenti SCARICA PDF
Primo passo: riconoscere la presenza o l’assenza degli impedimenti (discernere fra attività mentali salutari e non salutari)
Meditazione guidata: contemplare i cinque impedimenti (la presenza mentale è già stabilita sul corpo e sensazioni)
Abbandonare i cinque impedimenti
Secondo passo: osservare e comprendere la condizionalità
I cinque impedimenti come fenomeni condizionati
7. Energia o retto sforzo
Viriya pdf include la definizione di ‘retto sforzo’ e il brano del Satipatthana Sutta sulla contemplazione dei 7 fattori del risveglio
Spunti di pratica: nella seduta o consapevolezza in attività, sottolineare l’aspetto del retto sforzo connesso al ‘suscitare e nutrire’: il primo scopo della meditazione è applicarsi per far sorgere le qualità salutari della mente (7 fattori del risveglio ) …
cominciando con la presenza mentale – riconoscere quando è presente (per sostenerla e rafforzarla) e quando viene persa (per ristabilirla).
Il fattore energia nella meditazione è collegato alla comprensione di ciò che è salutare (chiarezza o esame) e al desiderio di applicarsi.
Osservare in che modo questi primi 3 fattori si sostengono a vicenda, in qualunque contemplazione satipatthana.
vivekanissita pdf Il fine della pratica si sperimenta qui e ora
Affamare gli impedimenti (continua dall’audio: I 5 impedimenti come fenomeni condizionati)
Per ‘mente’ si intende ciò che conosce il corpo, le sensazioni, gli impedimenti ecc.
Delle diverse qualità elencate, integrare nella meditazione quotidiana le prime 3 coppie: mente con o senza avidità; con o senza avversione; con o senza illusione
Contemplare la mente: mente senza avversione e brama (introduzione)
Riconoscere la qualità di una mente dotata di presenza mentale e chiaro conoscere e il piacere che vi si associa: quello è il punto di partenza per la contemplazione della mente come processo impermanente
Nella seduta: occorre aver stabilito la presenza mentale rispetto al corpo e alle sensazioni (di origine fisica o mentale) e aver considerato la presenza o assenza degli impedimenti, abbandonando o allentando l’identificazione con i pensieri distraenti e i concetti sul mondo ‘esterno’
La coppia mente grande/mente ristretta può essere esperita e contemplata con riferimento allo sviluppo meditativo dei brahmavihara (benevolenza, compassione, gioia apprezzante, equanimità)
Meditazione guidata: benevolenza o amichevole gentilezza (pratica preliminare)
Meditazione guidata: brahmavihara – compassione
Le istruzioni del secondo audio presuppongono la familiarità con la pratica riassunta nelle meditazioni guidate: consapevolezza del corpo (preliminari e postura + parti anatomiche), contemplare i 5 impedimenti, e abbandonare gli impedimenti –
sull’insegnamento relativo a come coltivare la mente ‘grande’ o ‘illimitata’ vedi La tromba di conchiglia